LibertàEguale

Bankitalia: cresce il risparmio delle famiglie

Malgrado tutto, le famiglie italiane riprendono a risparmiare. I dati forniti dalla Banca d’Italia, nella sua relazione annuale, attestano che la propensione al risparmio delle famiglie, calcolata al netto della variazione delle riserve dei fondi pensione, è lievemente aumentata passando dall’8 per cento del 2015, all’8,3 nel 2016. Certo, resta su valori bassi sia se si fa riferimento agli storici sia se paragonata a quella dell’area euro che si attesta attorno ad un più sostanzioso 12%.

Il segnale è comunque positivo perché interrompe il calo dell’anno precedente e perché va letto nel contesto complessivo della difficile e delicata situazione economica e sociale prodotta da oltre dieci anni di crisi. Per coglierne a pieno il significato bisogna ricordare che, oggi, il reddito disponibile delle famiglie – sempre fonte Banca d’Italia – è inferiore, rispetto a dieci anni fa, quindi prima della crisi, di oltre 8 punti percentuali e che il numero delle persone in condizioni di disagio economico è ancora ai massimi livelli raggiunti a seguito della crisi. Il numero degli individui a rischio povertà o esclusione sociale – dati Eurostat – si è attestato al 28,7 per cento, con circa tre punti percentuali in più rispetto al 2007 e cinque oltre il dato medio dell’Unione europea. E ancora, nel 2015, gli individui in condizione di povertà assoluta erano il 7,6 per cento della popolazione,  4,6 milioni di persone, – stime Istat – il valore più elevato dal 2005. Il dato dell’aumento del risparmio spiega un aumento, anche in questo caso debole ma reale, della ricchezza lorda delle famiglie italiane che, nel 2016 rispetto al 2015, registra un incremento dello 0,8%.

Le famiglie italiane, quindi, nel 2016, grazie ad un aumento del reddito disponibile in termini reali del 1,6 per cento – che ha rafforzato il recupero in atto dal 2013 – hanno potuto risparmiare di più che nel recente passato. Se si considera anche che i prezzi delle attività reali si sono stabilizzati e quelli della componente finanziaria ridotti per via dell’andamento non certo brillante dei mercati e che è in via di consolidamento, anche nel 2016, la ripresa della componente immobiliare con aumento della spesa per l’acquisto di abitazioni e per manutenzione, il dato della ripresa della propensione al risparmio è, senza dubbio, positivo. L’elemento di moderato ottimismo deriva anche dal fatto che la stabilizzazione della propensione al risparmio potrebbe segnalare una normalizzazione dei piani di consumo delle famiglie italiane e un consolidamento delle prospettive reddituali.

Pienamente in questo contesto si inseriscono i segnali che giungono dal mondo delle Banche popolari. Nel primo trimestre del 2017, le Banche popolari e del territorio hanno visto crescere la raccolta del risparmio registrando un aumento dei depositi pari al 6%. Un aumento che ha confermato, in questo caso, una fiducia radicata delle famiglie nel credito popolare. Una fiducia reciproca visto che quasi 4 miliardi di euro sono stati erogati dalle Popolari alle famiglie per i mutui finalizzati all’acquisto dell’abitazione.

“Incoraggiare e tutelare il risparmio”, è un compito che la Costituzione italiana attribuisce alla Repubblica nel suo insieme.

E’ un compito che istituzioni, sistema economico, produttivo e bancario, devono considerare prioritario e sul quale lavorare e investire anche in termini di educazione finanziaria. Non può, infatti, sfuggire, che la Banca d’Italia, nella stessa relazione finale, ha sottolineato come “le scelte di investimento e risparmio in strumenti e servizi finanziari complessi richiedono che gli investitori siano in grado di valutare le opportunità e i rischi e siano informati sul funzionamento dei mercati e sugli sviluppi normativi”. E poiché “le rilevazioni disponibili suggeriscono che ciò non sempre avviene”, molto c’è ancora da fare.