Nel mentre erano in corso i lavori del Consiglio europeo dei Capi di Stato e di governo dell’Ue a Bruxelles, si è svolto in parallelo anche l’incontro – in una periferia di Londra – dei vertici militari d’una ventina di paesi chiamati a discutere della cornice operativa del progetto della cosiddetta “Coalizione dei Volenterosi” pro-Kiev, lanciato dal premier inglese Keir Starmer e dal presidente francese Emmanuel Macron, in vista del possibile dopo-guerra in Ucraina.
Ecco la duplice forma che sta assumendo la risposta dell’Europa al tornante storico – geopolitico e strategico – che si trova ad affrontare il nostro continente: nel mentre a Bruxelles si compiono i primi passi politici decisionali per la difesa e la deterrenza militare comune dell’Ue, da Londra prende forma una modalità attuativa, tra le altre possibili, per dare seguito alle garanzie di sicurezza che l’Europa può fornire all’Ucraina qualora si arrivi ad un accordo di tregua con la Russia. Ha detto Starmer al riguardo: “Che si tratti di ciò che potrebbe accadere in mare o nell’aria, o nella difesa dei confini, questi piani stanno prendendo forma”.
A cosa assistiamo, invece, in Italia dal fronte del governo e dell’opposizione? Ad una zuffa tra denigratori e sostenitori del Manifesto di Ventotene, accompagnata da vuote e retoriche grida di politici irresponsabili.
Sessantacinquenne, romano, studi classici, lavora presso Direzione Trenitalia spa, gruppo Fs italiane. Sin da giovane, militante della sinistra: prima nelle fila della Federazione Italiana Giovanile Comunista (FIGC), poi nel PCI (componente migliorista), fino allo scioglimento del partito. Successivamente ha aderito al PDS, poi DS. Attualmente è socio ordinario di Libertà Eguale.