di Alessandro Maran
A fronte di negoziati che sembrano arrivati a un punto morto, gli esperti continuano a chiedersi cosa succederebbe all’Ucraina se gli Stati Uniti la abbandonassero al suo destino. È il tema di un saggio scritto su Foreign Affairs da due attenti osservatori delle vicende ucraine, Liana Fix del Council on Foreign Relations e Michael Kimmage, storico della Catholic University. La loro conclusione: l’Ucraina potrebbe sopravvivere, ma l’Europa si troverebbe ad affrontare sfide molto serie.
“Un’Ucraina messa da parte dagli Stati Uniti non sarebbe un’Ucraina abbandonata”, scrivono Fix e Kimmage. “Dopo tre anni di guerra, decine di paesi ora sostengono le forze armate ucraine, sempre più potenti (…) Non è nelle possibilità degli Stati Uniti porre fine alla guerra ritirandosi. Sebbene l’Ucraina fatichi a mantenere la posizione senza il supporto degli Stati Uniti, la Russia non ha un percorso facile verso la vittoria. Il vero rischio (…) non è che l’Ucraina crolli immediatamente, ma che i singoli paesi europei possano smarrire la volontà politica di opporsi alla Russia (…) I leader europei concluderebbero che Washington, dopo essersi dedicata alla normalizzazione dei rapporti con Mosca, non è più interessata a garantire la deterrenza credibile che ha fornito per decenni. Percepirebbero l’abbandono dell’Ucraina da parte dell’amministrazione Trump come il primo passo verso un’Europa post-americana, se non addirittura un mondo post-americano. In questo contesto, Mosca potrebbe essere tentata di spaventare l’Europa fino alla sottomissione, e alcuni europei potrebbero scegliere la via dell’appeasement piuttosto che rischiare l’ira della Russia” (https://www.foreignaffairs.com/…/what-if-america…).
Mentre i paesi europei valutano la possibilità di inviare una forza di peacekeeping in Ucraina per contribuire a mantenere un’eventuale tregua negoziata, Leo Litra scrive per l’European Council on Foreign Relations (ECFR) che l’Europa preferirebbe avere dalla sua la “garanzia” costituita dalla potenza militare statunitense, nel caso in cui le truppe russe violassero l’accordo e avessero la meglio sulle forze europee.
“Un ‘backstop’ statunitense per scoraggiare gli attacchi russi contro la forza europea sembra essere una condizione per la partecipazione di alcuni degli alleati europei dell’Ucraina alla missione”, scrive Litra. “Gli Stati Uniti dispongono di capacità militari, come la difesa aerea e l’intelligence, la sorveglianza e la ricognizione (ISR), non ancora sufficientemente sviluppate nelle forze europee (…) Se la garanzia statunitense venisse completamente a mancare, i paesi partecipanti dovranno adattare le attuali capacità dei loro eserciti a quelle dell’Ucraina e ‘arrangiarsi’ mentre lavorano in vista dei benefici dell’aumento delle spese per la difesa nei prossimi anni” (https://ecfr.eu/…/from-willing-to-able-a-european…/).
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.