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Filippi: “non possiamo tradire le nostre idee”

Redazione venerdì 27 Aprile 2018
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di Elisa Filippi*
 
Negli ultimi 50 giorni di consultazioni non si sono registrate novità politiche, ma si è osservata l’impossibilità di Lega e Movimento 5 stelle di chiudere un’alleanza di governo a causa di uno scontro sulla figura di Berlusconi.
 
Non si è consumata una rottura su un elemento programmatico, su un tema politico, economico o sociale, ma sulla presenza di una persona.
 
Questo è il dato.
 
Personalmente, a suo tempo, ho scelto di aderire al Partito Democratico perché convinta che il nostro Paese avesse uno straordinario bisogno di un vero (e radicale) progetto riformista in chiave Europea e moderna.
 
Mi sono impegnata nel PD per portare avanti un progetto di un’Italia che non ha dubbi sul suo ruolo in Europa come Paese ispiratore, fondatore e che deve tornare ad esserne motore propositivo, per una riforma del disegno Europeo che rafforzi la cooperazione in alcuni punti essenziali (ad esempio Euro, cooperazione difesa e relazioni esterne, mercato unico e armonizzazione fiscale, protezione sociale) coniughi rigore, equità e sviluppo poiché quella Europea è l’unica dimensione per poter dare risposte efficaci a problemi concreti. 
 
Un progetto nel quale da una parte l’Italia ritrovi la giusta posizione nella divisione del lavoro globale, con attività produttive e ad alto valore aggiunto, e dall’altra promuova la crescita combinando merito e bisogno, che è l’unico modo per combattere le diseguaglianze.
 
Mi sono impegnata per un progetto politico che valorizza la scienza e la conoscenza come strumento di crescita sostenibile e rispetta il dovere della tutela della salute di tutti.
 
E per realizzare questo, e molto altro, ho sempre considerato una condizione fondamentale l’attenzione ai conti pubblici, perché troppo debito pubblico abbiamo ereditato dal passato per appesantire il fardello che noi e i nostri figli non meritiamo di dover sopportare domani.
 
Per questo, penso che la serietà con la quale è corretto rispondere all’invito del Presidente Mattarella sia pari al rispetto che dobbiamo alle nostre idee e ai nostri valori che possono essere momentaneamente minoritari in Parlamento, ma che non per questo meritano di essere traditi.
 
 
 
*Componente della Direzione nazionale del Partito Democratico
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