di Alessandro Maran
Al di fuori di New York, sono poche le persone che hanno motivo di preoccuparsi di chi sarà il nuovo sindaco della città. Ma le recenti primarie democratiche per la carica di sindaco potrebbero aver segnato un cambiamento di paradigma nella politica di sinistra in senso più ampio.
Nelle primarie di martedì, Zohran Mamdani, un socialista democratico di 33 anni, ha sconfitto l’ex governatore di New York e grande favorito Andrew Cuomo, l’ultimo vecchio colosso democratico a scoprire che i progressisti preferiscono leader giovani ai leader più anziani. Mamdani, che ha ottenuto importanti endorsment (in particolare, dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez, dal senatore Bernie Sanders e dal New York Working Families Party, che si affianca al Partito Democratico come ala socialdemocratica) si è dimostrato un candidato carismatico e abile nell’uso dei social media.
Nella città di New York, a maggioranza democratica, di solito la vittoria alle primarie democratiche ipoteca la carica di sindaco. Ma quest’anno la situazione è più complicata e non c’è alcuna garanzia che il nuovo candidato democratico vinca le elezioni. Sia il sindaco in carica Eric Adams che Cuomo – se rimane in gara – compariranno sulla scheda elettorale per le elezioni generali in rappresentanza di partiti alternativi. Inoltre, si candida anche il repubblicano Curtis Sliwa.
In ogni caso, resta il fatto che l’ascesa di Mamdani potrebbe rivelare qualcosa su come dare energia agli elettori di sinistra al giorno d’oggi. Durante le elezioni, Mamdani ha presentato proposte come il congelamento degli affitti, la gratuità degli autobus e l’apertura di supermercati sovvenzionati dalla città. Restano dubbi su come Mamdani intenda finanziare queste politiche, ma ha spiegato i suoi piani di finanziamento a Erin Burnett della
CNN (
https://edition.cnn.com/…/mamdani-policy-millionaires…).
“La facile vittoria di Zohran Mamdani alle primarie democratiche per la carica di sindaco di martedì segna una brusca svolta a sinistra per New York City”, scrive la redazione del
Wall Street Journal (che ha proclamato “La Repubblica Popolare di New York”:
https://www.wsj.com/…/zohran-mamdani-new-york-city…). “Ma forse la cosa più importante è che segnala l’ascesa del populismo economico di sinistra come principale alternativa ai Repubblicani del MAGA (…) La sinistra populista pone evidenti problemi ai Democratici nazionali che vogliono riportare il partito verso il centro. Ma i Repubblicani farebbero bene a non gioire. Se la Trumponomics non riuscirà a generare una forte crescita e un aumento dei redditi reali, i populisti di sinistra saranno la principale alternativa in agguato”.
L’ascesa di Mamdani è stata fulminea, scrive Freddie Hayward per
The New Statesman: “Cuomo ha fatto campagna elettorale alla vecchia maniera: comizi, non podcast; cene di raccolta fondi per ricchi, non piccoli donatori (…) [Mamdani] è passato da un consenso di circa lo 0% nei sondaggi a una vittoria con il 43,5% dei voti. È passato da un podcast all’altro (…) I suoi video sui social media erano colorati, intelligenti e virali” (
https://www.newstatesman.com/…/zohran-mamdani-is…).
Il messaggio principale di Mamdani è che New York è troppo costosa. “È difficile non essere d’accordo”, scrive Max Rivlin-Nadler per la
New York Review of Books. “L’accessibilità economica è diventata una crisi esistenziale. Convincere sia una banca che il consiglio di amministrazione di una cooperativa a permetterti di acquistare una casa richiede un livello di liquidità quasi impossibile, il che significa che la stragrande maggioranza dei newyorkesi vive in affitto, e l’affitto mensile medio in tutta la città è di 3.676 dollari. Proprio mentre è praticamente impossibile trovare appartamenti con due camere da letto a prezzi accessibili, i costi dell’assistenza all’infanzia stanno salendo alle stelle (…) Migliaia di giovani famiglie se ne sono andate negli ultimi cinque anni, soprattutto i newyorkesi più poveri, che non vedono un futuro sostenibile per sé in città. Questa è la coalizione che Mamdani spera di costruire: persone che amano New York City ma che faticano a continuare a vivere qui” (
https://www.nybooks.com/…/20/the-zohran-mamdani-coalition/). E “nonostante le sue idee siano irrealizzabili ancor prima che radicali – scrive Christian Rocca su
Linkiesta.it -, il messaggio di Mamdani risulta anche molto ragionevole per chi vive a New York e non è plurimilionario: che senso ha dire che questa è la città migliore del mondo, ha ripetuto in ogni intervento Mamdani, se poi una persona normale non si può permettere di viverci” (
https://www.linkiesta.it/…/new-york-sindaco-mamdani-cuomo/).
“Posizioni come il congelamento degli affitti e il trasporto pubblico gratuito lo hanno aiutato a vincere le primarie e sono popolari nei quartieri della città. Ma sono un regalo per il Partito Repubblicano, che vuole dipingerlo come il volto radicale del Partito Democratico nazionale”, osservano tuttavia Stephen Collinson e Caitlin Hu della
CNN nella loro newsletter. E “i Repubblicani stanno anche sfruttando le sue critiche a Israele, che a loro dire rivelano il suo antisemitismo (Mamdani ha respinto le accuse di antisemitismo e ha proposto di aumentare i finanziamenti per la prevenzione dei crimini d’odio)”.
“Tuttavia, il suo successo potrebbe essere un presagio di potenti forze politiche che devono ancora emergere nella politica nazionale”, chiosano gli estensori di “Meanwhile in America”. “Non sarebbe la prima volta che un populista economico sfrontato e con un talento per le trovate politiche esce da New York. Dopo che Trump ha rotto gli schemi politici, tutto sembra possibile” (https://view.newsletters.cnn.com/…/1750987275319ef9…/raw).
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.
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