di Alessandro Maran
L’elezione di Karol Nawrocki a nuovo presidente in Polonia costituisce un colpo potenzialmente mortale per l’agenda di riforme del primo ministro, Donald Tusk, ed è destinata a ridimensionare il ruolo del paese nei nuovi equilibri interni all’Unione europea, proprio nel momento in cui sembrava destinata a entrare nel gruppo di pilotaggio formato da Germania e Francia, scrivono oggi
David Carretta e Christian Spillmann nel loro Mattinale Europeo.
Ora Tusk, alla testa di una coalizione variegata, che esce indebolita dalle presidenziali, dovrà concentrare le sue energie sulla politica interna, osservato Carretta e Spillmann. “Il primo ministro dovrà evitare una caduta del governo che riaprirebbe le porte del potere al PiS. Viktor Orban ha subito salutato “lo spettacolo” dell’elezione di Nawrocki affermando la sua volontà di “rafforzare la cooperazione di Visegrad”. Il nuovo presidente è anti-russo, ma è anche molto meno filo-ucraino di Tusk. Sarà lui a rappresentare la Polonia nei summit della Nato. Ursula von der Leyen si è detta fiduciosa che con lui l’Ue continuerà la sua buona cooperazione con la Polonia”. Ma i rapporti di Nawrocki con Trump saranno migliori che con Bruxelles. Il presidente americano lo ha accolto in campagna elettorale e ha inviato la sua segretaria per la Sicurezza interna, Kristi Noem, in Polonia a fare campagna per lui” lasciando intendere che “la continuazione della presenza di circa 10 mila soldati americani in Polonia sarebbe stata garantita con Nawrocki come presidente”.
E proprio questo, rilevano Carretta e Spillmann, secondo alcuni analisti “è uno dei fattori che ha motivato una parte dell’elettorato a votare per il candidato di estrema destra. Altri analisti mettono in avanti i tradizionali argomenti che giustificano l’avanzata degli estremisti: paura dell’immigrazione, ostilità verso Bruxelles e il suo costoso Green deal, divario tra campagne e città e, nel caso della Polonia, spaccatura tra la parte orientale e occidentale del paese”.
Carretta e Spillmann mettono in rilevo anche “un altro aspetto di queste elezioni presidenziali polacche che rischia di passare sotto i radar politici dell’Ue, malgrado il fatto che sia urgente affrontarlo per salvare la democrazia liberale: l’Europa sta perdendo il sostegno dei giovani. Come in Germania, Francia, Italia, Portogallo o Spagna, i giovani polacchi sono sempre più attratti da partiti e candidati dell’estrema destra, populisti e reazionari. E sono stati decisivi per la vittoria di Nawrocki domenica”.
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.
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