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La Cina non rinuncia all’amicizia “senza limiti” con la Russia

Alessandro Maran domenica 6 Luglio 2025
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di Alessandro Maran

 

Due cose sulla Cina di cui conviene prendere atto.
1️⃣ Per decenni, nonostante la Cina sia diventata una potenza manifatturiera globale, la percezione, e sovente la realtà, di una qualità inferiore l’hanno frenata come fornitore sia di prodotti finiti che di componenti intermedi come la fibra di carbonio e i cuscinetti a sfera, hanno scritto Edward White e Harry Dempsey qualche giorno fa sul Financial Times. Mentre gli Stati Uniti cercano di strangolare il settore high-tech cinese con controlli sulle esportazioni di microchip, i produttori occidentali hanno mantenuto un vantaggio anche in altri processi industriali.
Ma ora la Cina sta iniziando a recuperare terreno. “La cattiva notizia, almeno per l’Occidente e le sue aziende, è che la Cina sta affrontando questi problemi in modo metodico e sistematico e sta utilizzando strumenti come l’intelligenza artificiale per progredire più rapidamente”, scrivono White e Dempsey. “I principali concorrenti europei, giapponesi e americani, a lungo protetti dalla concorrenza cinese a causa dei problemi di qualità e di resa incoerente delle fabbriche cinesi, sono ora in stato di massima allerta. ‘Ciò che dovrebbe farci riflettere è che la dinamica della dipendenza tecnologica della Cina dall’Occidente sta cambiando rapidamente’, afferma Elisa Hörhager, rappresentante capo in Cina della Federazione delle Industrie Tedesche, nota come BDI, con sede a Pechino. “Molte aziende straniere mantengono ancora un netto vantaggio in termini di prodotti industriali di alta qualità, grazie alla loro reputazione di precisione ed eccellenza ingegneristica. Ma i concorrenti cinesi stanno recuperando rapidamente” (https://www.ft.com/…/292e44c6-f924-4fd5-b574-484f3c67d551).
2️⃣ La Cina non rinuncerà alla “amicizia senza limiti” che Xi Jinping ha siglato con Vladimir Putin alla vigilia della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. È quel che è emerso nel corso degli incontri avvenuti in questi giorni a Bruxelles tra il ministro degli Esteri cinesi, Wang Yi, e i principali responsabili delle istituzioni comunitarie in vista summit Cina-Ue che si terrà a fine mese. All’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la sicurezza, Kaja Kallas, che ha chiesto alla Cina di “cessare immediatamente ogni sostegno materiale a sostegno del complesso militare-industriale russo”, Wang Yi ha risposto, scrive oggi Il Foglio, “che la Cina non ha intenzione di fare pressioni su Vladimir Putin per porre fine alla guerra, perché teme che una sconfitta strategica della Russia permetterà agli Stati Uniti di concentrarsi sull’Asia. L’Ue ha così scoperto che Pechino sta usando l’Ucraina sulla sua pelle come utile distrazione strategica per gli Stati Uniti e il resto dell’occidente. Oltre a prenderne atto, gli europei dovrebbero trarne le conseguenze e reagire con tutti gli strumenti a loro disposizione: non solo le sanzioni contro le imprese cinesi che eludono le sanzioni, ma anche la rimessa in discussione dei rapporti commerciali. ‘C’è una lezione da imparare da Trump’, ha detto ieri il ministro degli Esteri danese, Lars Løkke Rasmussen: l’Ue deve essere ‘più transazionale’ e ‘usare la nostra forza economica comune’ per influenzare le scelte della Cina”. (https://www.ilfoglio.it/…/la-fine-delle-illusioni…/).
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