di Alessandro Maran
Sono in molti a pensare che sia possibile che, nel corso del suo secondo mandato presidenziale, Trump ritiri gli Stati Uniti dalla NATO. L’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, John Bolton, ha detto che Trump ci stava quasi riuscendo nel 2018 (
https://www.politico.com/…/bolton-trump-2024-nato-00141160). Incoraggiando Mosca a fare “whatever the hell they want” ai paesi della NATO che non spendono abbastanza per la difesa, Trump ha suscitato ulteriori sospetti.
All’
Atlantic Council, Hans Binnendijk e Timo S. Koster hanno riconosciuto a novembre che gli Stati Uniti devono dedicare più attenzione e risorse al Pacifico e che gli alleati europei della NATO devono farsi avanti, assumendosi la responsabilità della propria regione e probabilmente dell’Africa, condividendo forse una parte maggiore del peso in Medio Oriente sotto la guida degli Stati Uniti. “È tempo che l’Europa si faccia avanti, svolga il ruolo di sicurezza rafforzato che le spetta”, scrivono, e “save NATO in the process” (
https://www.atlanticcouncil.org/…/how-europe-can-save…/).
Trump potrebbe perseguire qualcosa di meno drastico dell’uscita dalla NATO, come continuare a premere per un parametro di riferimento più elevato per la spesa per la difesa, scrivono Jennifer Kavanagh e Daniel DePetris per la
World Politics Review (
https://www.worldpoliticsreview.com/us-military-europe…/). Potrebbe anche ridurre la presenza militare degli Stati Uniti in Europa, indicando il ritmo previsto del ritiro e spiegandone le ragioni agli alleati. Ma la realtà incombente sembra probabile sia, come minimo, un riorientamento nella “ripartizione degli oneri” della NATO, con gli Stati Uniti che si ritirano, quantomeno dall’Europa.
Kavanagh e DePetris accolgono con favore questi possibili sviluppi, scrivendo: “La sicurezza nazionale e la prosperità economica degli Stati Uniti non dipendono più da una grande presenza militare statunitense in Europa. La capacità militare della Russia si è dimostrata meno impressionante di quanto inizialmente stimato, il che significa che Mosca non è in grado di raggiungere l’egemonia sull’Europa, anche se lo volesse. E l’Europa ha le risorse necessarie per gestire la propria sicurezza. Un maggiore controllo europeo sul continente significherà una certa perdita di influenza e di ascendente degli Stati Uniti in quel luogo, ma non a un costo inaccettabile per la sicurezza degli Stati Uniti (…) La verità è che la NATO ha assolto al suo compito, che il primo segretario generale dell’alleanza, Lord Ismay, aveva descritto come tenere “i russi fuori, gli americani dentro e i tedeschi sotto”. In effetti, lo ha fatto forse fin troppo bene. L’obiettivo di Trump dovrebbe essere quello di far sì che gli europei si alzino in modo che possano tenere fuori i russi da soli. E questo non può accadere finché gli americani restano dentro”.
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.
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