di Alessandro Maran
Anche questo, insomma, “era uno che pensava che solo l’Afd avrebbe potuto salvare la Germania”, ha scritto
Carmelo Palma a proposito dell’attentatore saudita di Magdeburgo che condivideva spesso contenuti anti-Islam sui social media e simpatizzava per il partito di estrema destra Alternative für Deutschland. “La Germania finirà malissimo”, gli fa eco
Paola Concia invitandoci giustamente a non godere delle disgrazie altrui. Oltretutto, siamo sulla stessa barca.
Il mese scorso, quando il cancelliere Olaf Scholz ha fatto saltare in aria la coalizione di governo licenziando il ministro delle finanze (che guida uno dei tre partiti della “coalizione semaforo” tedesca), la columnist di
Bloomberg Katja Hoyer ha scritto che giungeva al termine “a miserable reign”, un governo penoso. “I tedeschi sono stufi di una coalizione incapace di prendere decisioni, poiché le notizie economiche cupe sono un evento quasi quotidiano”, constatava Hoyer (
https://www.bloomberg.com/…/germany-s-coalition…).
Il voto di sfiducia del Bundestag (
https://www.dw.com/…/parliamentary-vote…/video-71074665) ha aperto la strada a nuove elezioni il 23 febbraio. Staremo a vedere. Tuttavia, non c’è dubbio che, come scrivono Christopher F. Schuetze e Jim Tankersley sul
New York Times, l’incertezza politica in Germania sia decisamente “untimely”, cada cioè in un momento davvero non opportuno. Coincide infatti con una crisi analoga in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron ha appena insediato un nuovo primo ministro dopo che l’ultimo è stato cacciato. In aggiunta, questo scompiglio arriva proprio mentre il presidente eletto Donald Trump si prepara a tornare alla Casa Bianca, minacciando dazi e complicazioni nell’alleanza transatlantica, e mentre la guerra della Russia contro l’Ucraina attira ogni genere di congetture riguardo ai possibili negoziati e al loro esito. “Il timing è assolutamente terribile per l’UE”, ha detto Jana Puglierin dell’European Council on Foreign Relations ai giornalisti del Times: “In pratica, queste molteplici crisi stanno colpendo l’UE nel peggior momento possibile, perché il motore tradizionale del blocco è impegnato con se stesso”.
L’Europa si è infatti sempre retta sul cosiddetto “motore franco-tedesco”. Ma, come scriveva qualche mese fa
David Carretta, “le fondamenta che hanno sostenuto i due paesi per settant’anni sono così logorate dalla dinamiche politiche da essere obsolete e rendere i due paesi ingovernabili”. “Meno franco-tedesco nell’Ue non è necessariamente negativo”, osservava però Carretta. “A luglio, il commissario Paolo Gentiloni ha constatato che ‘il famoso motore franco-tedesco non è mai stato così debole. Quindi, direi che affidarsi all’Unione sia la cosa più ragionevole’. L’Ue può fornire una leadership più inclusiva. La guerra della Russia in Ucraina ha già spostato l’equilibrio di potere verso Est. Lo ha detto la stessa von der Leyen nel suo discorso venerdì al Forum Globsec. ‘La nuova realtà è che l’Europa centrale non è solo geograficamente al centro dell’Europa, ma è anche politicamente e strategicamente centrale per il futuro dell’Ue”, ha spiegato la presidente della Commissione’ (
https://open.substack.com/…/crisi-di-regime-in-francia…).
C’è da augurarselo. Ma come riporta lo stesso Carretta, diversi interlocutori in diverse occasioni hanno ribadito che “senza Francia e Germania non si può fare nulla” e l’Ue non può semplicemente permettersi l’assenza dei due paesi. Resta il fatto che quel che accade a Berlino e Parigi avrà un impatto significativo sulla Ue e su tutti noi. Siamo tutti, dicevamo, sulla stessa barca.
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.
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