“Se negli ultimi giorni avete aperto un qualsiasi social network, e specialmente quella fogna che è diventato twitter da quando non si chiama neanche più così, sapete già di cosa sto parlando”, scrive oggi
Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. “Ne sono lieto, perché mi viene il nervoso solo a parlarne – ma anche questo, il fatto cioè che siamo costretti a parlarne, e il nervoso che ci fa venire, è una parte importante del problema – motivo per cui mi limiterò a riassumere l’essenziale. E l’essenziale, per come la vedo io, è che il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, è stato costretto a smentire pubblicamente che quella sul tavolo, nello scompartimento del treno in cui viaggiava con il cancelliere tedesco e il primo ministro inglese, davanti a fotografi e telecamere che riprendevano la scena, fosse una busta di cocaina, anziché un fazzoletto. Il problema è che nessun leader democratico può vincere contro un fazzoletto. Nel momento in cui sei costretto a dichiarare in pubblico di non essere un drogato, è evidente che hai già perso. Il problema è che l’Europa, nel momento stesso in cui tenta di rendersi militarmente e politicamente autonoma per fronteggiare la minaccia russa, si scopre ancora una volta tragicamente permeabile a ogni genere di scorribanda digitale” (
https://www.linkiesta.it/2025/05/macron-cocaina-fazzoletto/).