LibertàEguale

Nasce il comitato Parma che dice sì

 

La riforma costituzionale approvata dal Parlamento italiano salva e rilancia la democrazia rappresentativa e parlamentare, rafforzando la democrazia governante.

In Italia, come nel resto d’Europa, assistiamo ad un processo di impoverimento della capacità governante dei parlamenti a favore di un sempre più massiccio ricorso alla decretazione o al voto di fiducia da parte degli esecutivi.

La deriva autoritaria, da alcune parti strumentalmente paventata, sarebbe favorita dalle mancate riforme, senza le quali si confermerebbe l’incapacità del Parlamento di essere luogo dove nasce e prende forma il Governo del Paese e del suo Stato.

Rendere efficienti le Istituzioni parlamentari pone un argine alla loro tendenziale irrilevanza. La riforma definisce i limiti dei poteri dell’Esecutivo ed estende la possibilità di controllo e di partecipazione democratica.

La riforma conferma il primato del Parlamento, che conferisce e revoca la fiducia all’Esecutivo; limita fortemente il ricorso alla decretazione e mantiene inalterate le prerogative e i poteri del Presidente della Repubblica. La Camera dei Deputati, con i suoi 630 componenti, esprimerà, essa sola, la fiducia al Governo e approverà le leggi.

Il Senato delle autonomie, con i suoi 100 membri – 215 in meno  – interverrà nella discussione solo di alcune leggi, in particolare su quelle riguardanti Regioni e Comuni.

La partecipazione dei cittadini viene estesa con l’apertura alla legislazione di iniziativa popolare con corsia preferenziale, con l’abbassamento del quorum di validazione dei referendum abrogativi, con la possibile introduzione del referendum propositivo.

Vengono definite in modo chiaro le competenze delle regioni e ridotti gli stipendi dei consiglieri. Vengono aboliti il CNEL e, definitivamente, le Province.

La riforma non riguarda la legge elettorale, regolata con i criteri della legislazione ordinaria. L’aver tuttavia adottato una legge di tipo maggioritario non toglie al corpo elettorale la scelta dei propri rappresentanti e in pari tempo garantisce certezza dei risultati.

I contrappesi democratici al potere legislativo ed esecutivo non vengono limitati ma semmai rafforzati nella propria terzietà e indipendenza: ciò vale per la Presidenza della Repubblica, per la Corte Costituzionale, per la magistratura.

Il prossimo ottobre non si voterà a favore o contro un Governo. Facciamo appello ai cittadini a convincersi che le ragioni del SI sono quelle che meglio oggi incarnano gli intangibili valori della Costituzione, mirabilmente fissati nei Principi Fondamentali e nella sua prima parte, e guardano al futuro dell’Italia con fiducia e ottimismo.

Sottoscrivono

Serena Brandini (Responsabile Centro per l’Impiego Langhirano)

Massimo Pinardi (Lavoratore Autonomo)

Gentian Alimahdi (Avvocato)

Pietro Vignali (Libero Professionista)

Danilo Sardella (Pensionato)

Alessandro Rossi (Architetto)

Adolfo Porcellini (Medico)

Marco Schianchi (Imprenditore)

Giuseppina Palladi (Stilista)

Marion Gajda (Consigliere Comunale Aggiunto a Parma)

Aldo Amoretti (Pensionato)

Piersergio Serventi (Consulente Aziendale)

Maurizio Segnatelli (Consigliere Comunale a Colorno)

Erasmi Silvana (Libero Professionista)

Renato Magnani (Assicuratore)

Maria Cristina Baracchi (Insegnante)

Maria Chiara Piragine (Avvocato)

Antonio Eccher (Consulente)

Uliana Ferrarini (Funzionaria)

Roberto Cavatorta (Architetto)