di Alessandro Maran
“Saydnaya (…) occupava un posto particolarmente oscuro nell’immaginario siriano: un impianto di crudeltà industrializzata, da tempo sinonimo di tortura, morte e disperazione”, scrivono Raya Jalabi, Sam Joiner, Alison Killing, Peter Andringa e Chris Campbell sul Financial Times. “In un rapporto del 2017, Amnesty International ha scoperto che molte delle decine di migliaia di persone che sono state lì detenute nel corso dei decenni sono state rinchiuse per reati banali come radunarsi in piccoli gruppi durante le rivolte del 2011 che sono sfociate in guerra. Sono stati sottoposti a percosse di routine da parte delle guardie carcerarie, tra cui brutali aggressioni sessuali, scosse elettriche, schiacciamento delle ossa e altro ancora. I gruppi per i diritti umani affermano che decine di persone venivano giustiziate segretamente ogni settimana a Saydnaya, con Amnesty che stima che fino a 13.000 siriani siano stati lì uccisi tra il 2011 e il 2016. Si stima che circa 20.000 persone siano state detenute nella prigione, ha affermato” (https://www.ft.com/…/cdd329f9-57d8-4527-9c12-77533d7b20bf).
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.