di Alessandro Maran
A quanto pare, in Polonia il pendolo è tornato indietro e, come osserva il columnist di
Bloomberg, in Europa la vendetta dei “luoghi che non contano” è sempre più palpabile, dal Portogallo alla Polonia. Ma andiamo con ordine.
“Uno storico e agitatore populista che si vantava delle sue risse con gli hooligan del calcio ha vinto di misura le elezioni presidenziali in Polonia, in un’inversione di tendenza politica che potrebbe affossare gli sforzi del governo centrista di smantellare l’eredità dell’autoritarismo nel Paese”, scrive Rob Picheta della
CNN (
https://edition.cnn.com/…/poland-presidential-election…).
Il nuovo presidente della Polonia, il 42enne Karol Nawrocki – un sostenitore di Trump che ha visitato la Casa Bianca nelle settimane precedenti il voto polacco di domenica scorsa – ha sconfitto il sindaco liberale di Varsavia Rafał Trzaskowski, mantenendo il partito di destra Legge e Giustizia (PiS) al Palazzo Presidenziale con il 50,89% dei voti.
Il presidente della Polonia è una sorta di figura di rappresentanza rispetto al primo ministro, ma, cosa fondamentale, detiene un potere di veto legislativo. Come scrive Picheta, l’attuale presidente (del PiS), Andrzej Duda, ha sfruttato la situazione per bloccare l’agenda del Primo Ministro Donald Tusk, un liberale filo-europeo la cui elezione nel dicembre 2023 è stata considerata un punto di svolta per la Polonia. Sotto la guida del PiS, il Paese aveva attirato numerose critiche per la sua deriva illiberale. Al think tank pro-democrazia
Freedom House, con sede a Washington, il corrispondente da Varsavia, Christian Davies, ha scritto in un briefing analitico: “Da quando Diritto e Giustizia è salito al potere in Polonia nel 2015, ha condotto una campagna per prendere il controllo della magistratura polacca, in aperta violazione della legge, della Costituzione e dei tribunali” (
https://freedomhouse.org/…/hostile-takeover-how-law-and…). L’elezione di Tusk sembrava aver invertito questa tendenza. Ora il pendolo è tornato indietro verso i populisti di destra.
“La vittoria di Nawrocki potrebbe ora paralizzare gli sforzi del governo per ripristinare lo stato di diritto”, scrive
The Economist. “Il governo non ha la maggioranza dei due terzi in parlamento necessaria per annullare (un veto presidenziale). La vittoria dell’estrema destra sembra anche destinata a scatenare una crisi nella poliedrica coalizione di Tusk, che comprende di tutto, dai progressisti di sinistra a un partito conservatore degli agricoltori. Il PiS cercherà senza dubbio di convincere i parlamentari di destra a disertare e far cadere il governo” (
https://www.economist.com/…/what-polands-new-hard-right…).
Nelle ultime settimane e mesi, sembrava che il populismo stile Trump fosse in declino in tutto il mondo. Ad aprile, il Canada ha votato per il Primo Ministro Mark Carney, in virtù della sua resistenza agli insulti e ai dazi di Trump. Analogamente, l’Australia ha rieletto il Primo Ministro laburista Anthony Albanese il mese scorso. A metà maggio, la Romania ha eletto il centrista filo-europeo Nicusor Dan, contro un avversario in stile MAGA.
Il risultato della Polonia punta nella direzione opposta, scrive Lionel Laurent, editorialista di
Bloomberg: “È ormai sempre più chiaro che gli attacchi trumpiani alle vecchie certezze e interdipendenze delle relazioni transatlantiche non stanno suscitando una reazione uguale e contraria. La polarizzazione su temi come l’immigrazione, l’aborto e l’Europa era sotto gli occhi di tutti” nelle elezioni polacche. Il vittorioso Nawrocki “ha esibito i suoi valori cattolici, ha attaccato il Green Deal di Bruxelles e si è opposto all’adesione dell’Ucraina alla NATO. Insieme alla rottura di 50 anni di predominio bipartitico in Portogallo, la recente vittoria centrista in Romania comincia a sembrare più la fine di una tendenza che l’inizio (…) Anche in mezzo a una guerra commerciale, i politici permeati dallo spirito MAGA sono in vetta alla classifica, con l’AfD in testa nei sondaggi nazionali in Germania e il Rassemblement National francese che si prevede vincerà il primo turno delle elezioni presidenziali del 2027 chiunque lo guidi” (
https://www.bloomberg.com/…/maga-backed-election-win-in…).
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.
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