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Il Ponte Morandi e la burocrazia sterile

Gianluigi Leto martedì 25 Settembre 2018
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di Gianluigi Leto

 

Il governo gialloverde è chiamato a decidere del nome del commissario straordinario per la ricostruzione ma nonostante sia passato più di un mese dal crollo del ponte Morandi, non è alle viste né la legge straordinaria su Genova né tanto meno il decreto di nomina del commissario. È di tutta evidenza come il tempo che si perde nella approvazione della normativa emergenziale e nella adozione dei decreti di attuazione, è tutto tempo sottratto alla ricostruzione del nuovo ponte ed al risanamento della area interessata dal crollo.

Ma il ritardo nella nomina non è l’unico problema: è la stessa scelta del commissario straordinario a costituire un passaggio delicato ed al momento non pare che le mosse del governo vadano nella giusta direzione della celerità e della efficienza.

 

La scelta del commissario

In apparenza, il governo è libero di scegliere la personalità che ritiene più adatta ma sarebbe utile seguire la prassi, con la nomina del presidente della regione interessata a commissario straordinario. La Regione, infatti, ha competenze in materia di territorio, edilizia, viabilità ed infrastrutture ovvero ha poteri proprio negli ambiti interessati, oggi, dalla ricostruzione. Inoltre, il presidente della Regione ha a disposizione tutta la macchina amministrativa rappresentata dai propri uffici regionali. In un’unica figura, quindi, verrebbero a sommarsi competenze regionali proprie e le competenze statali che con il decreto di nomina si riterrà opportuno delegare, con il risultato di avere meno conflitti tra livelli di governo e decisioni più rapide. È per questo che in precedenza, si è sempre scelto come commissario straordinario il presidente della regione interessata dall’evento: è la scelta capace di dare maggiore efficacia alla azione di governo.

 

Un segno di rottura

Ma il m5s deve necessariamente cambiare prassi sia per motivi politici, visto che il Presidente Toti, ad oggi commissario per l’emergenza, si è opposto, con ragione, al ministro alle infrastrutture e così potrebbe fare ogni altro uomo politico per l’incomparabile maggiore esperienza rispetto ai politici 5s, sia per dare un segno di rottura rispetto alle scelte precedenti quasi che con questo e non con la celerità della ricostruzione, si possano segnare punti a proprio favore.

Si vedrà nei prossimi mesi come le scelte di questi giorni peseranno sulla ricostruzione in termini di tempi e linearità della azione amministrativa: il governo anziché nominare un solo commissario, attribuendogli tutte le competenze necessarie, sta complicando la vicenda con la nomina di due figure commissariali, un commissario per l’emergenza e un commissario per la ricostruzione.

Vi è, poi, un altro aspetto che va sottolineato: le scelte compiute in questi giorni denunciano smaccatamente la volontà del m5s di non rispettare i ruoli istituzionali, come sono quelli della Regione Liguria e del Comune di Genova, ma di improntare ogni propria scelta politica e di alta amministrazione alla diffidenza, con la continua opera di squalificazione dei propri interlocutori, pubblici e privati.

Non è così che funziona uno Stato ed una Repubblica, fondata sulla partecipazione delle autonomie territoriali alle scelte di politica nazionale: di questo passo si andrà verso il completo scasso degli equilibri e dei ruoli disegnati nella prassi costituzionale. Dalle dichiarazioni di Toti è parso anche che il governo volesse attribuire al commissario “tecnico” competenze proprie degli enti territoriali, il che va contro ogni ragionevolezza: come può il governo delegare funzioni non sue?

 

Ruoli istituzionali e ruoli tecnici

È di queste ore, poi, l’annuncio che il ruolo di commissario straordinario alla ricostruzione sarà ricoperto da un tecnico, in contraddizione con la prassi precedente che come ho descritto sopra, costituisce la scelta più efficace perché riunisce in un’unica figura più competenze e la possibilità di avvalersi di propri uffici. Nulla toglie che il commissario si avvalga di tecnici di alto profilo che possano dedicarsi a tempo pieno alla ricostruzione senza necessariamente che questi diventino commissari.

È importante continuare a distinguere i ruoli istituzionali ed i ruoli tecnici. Ed è importante che si eliminino livelli di decisione: è per questo che si nomina un commissario straordinario altrimenti non se ne comprende l’utilità. Ritardi ed insipienza sono all’ordine del giorno

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