LibertàEguale

Digita parola chiave

Se l’Europa si sgretola serve un’alleanza per il progresso

Alberto Colombelli sabato 23 Giugno 2018
Condividi

di Alberto Colombelli

 

 

L’allarme ormai è assoluto. C’è un’Europa che in queste ore si sta davvero sgretolando. È la tempesta perfetta con più attori ormai coalizzati con un obiettivo evidente che va ben oltre le loro singole dichiarazioni sulla Ue. Importante prenderne piena definitiva consapevolezza. La questione migranti su cui ormai è da giorni focalizzata l’intera assoluta attenzione è strumentale e funzionale ad un disegno ben più ampio, preciso, coordinato e mirato di destabilizzazione definitiva dell’Unione europea.

 

In Germania governo a rischio

In Germania c’è il rischio sempre più concreto di caduta del governo sulla questione immigrazione. Angela Merkel si è ormai resa conto di essersi infilata in una vera trappola.

Spinta da Seehofer, ministro degli interni CSU che pretende una immediata soluzione sulla crisi dei migranti, ha precipitosamente convocato per domenica 24 giugno un pre-vertice europeo a dieci a Bruxelles sui profughi per essere certa di riuscire a negoziare qualcosa di sostanzioso al Consiglio europeo di fine mese. Ma già appare evidente che l’incontro sarà solo consultivo, un appuntamento di lavoro da cui non uscirà alcun documento conclusivo.

E intanto Seehofer continua a insistere che se dal Consiglio europeo non ci sarà una soluzione europea sin dal 1 luglio comincerà a rimandare indietro i migranti che hanno fatto richiesta originaria d’asilo in altri paesi.

Questo è un doppio problema.

Per l’Italia, che allora sì sarà in difficoltà.

Per il governo tedesco che avrà in ogni caso vita breve, poiché se Merkel “licenzierà” Seehofer cadrà la coalizione e non avrà più la maggioranza mentre se lo confermerà questi avrà piena libertà d’azione compromettendo la posizione della Cancelliera nel suo partito.

Intanto anche Kurz in Austria si affretta a dichiarare che pure loro rimanderanno indietro i migranti nel paese dove hanno fatto la prima richiesta d’asilo.

 

Se l’Italia guarda a Orban

E nel frattempo in Italia? Il Ministro degli Interni italiano dopo l’alleanza privilegiata da tempo vantata con l’Ungheria di Orban (che in questi giorni ha approvato addirittura in Costituzione il divieto di accogliere migranti) si allea proprio con Seehofer e Kurz, usando un eufemismo non proprio i partner ideali per tutelare i dichiarati interessi nazionali italiani.

In queste ore si gioca davvero una buona parte del futuro della Ue e del nostro futuro.

Ulteriore drammatica dimostrazione che l’unica vera distinzione politicamente rilevante in questo nostro tempo è tra società aperta e società chiusa, tra multilateralisti e sovranisti, in sostanza tra progressisti europeisti e populisti.

Gli ultimi sono già coordinati.

 

Contro il populismo, l’alleanza dei progressisti

Per questo serve quanto prima una vera nuova alleanza tra tutti i progressisti, europeisti e riformisti dell’Unione europea.

È la vera missione del nostro tempo, oggi necessariamente la ragione più profonda dal nostro impegno. Da assumere con la responsabilità assoluta di figli ricostruttori dei Padri fondatori dell’Europa, italiani come noi.

Appare così in queste ore ancora più fondamentale la tappa vissuta a Roma il 15 giugno scorso nel percorso da tempo avviato proprio per la costruzione di una nuova alleanza per il progresso e per l’Europa anticipata tra gli altri a Bergamo da Sandro Gozi il 19 aprile in un partecipato incontro pubblico organizzato dall’Associazione Freedem alla Sala Galmozzi della Biblioteca Caversazzi di cui ero stato promotore.

 

Allargare il campo del socialismo europeo

L’obiettivo che anche qui è stato confermato è l’allargamento del campo del socialismo europeo a tutti i riformisti, europeisti e progressisti dell’Ue, perseguibile in Italia con il Partito Democratico protagonista. Così nell’occasione Christophe Castaner, Delegato Generale de La République En Marche – proprio in concomitanza all’incontro ufficiale a Parigi tra il Presidente francese Emmanuel Macron e il nuovo Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte – ha incontrato esponenti del Partito Democratico degli scorsi governi, in iniziativa organizzata dall’ex Sottosegretario di Stato con delega agli Affari Europei Sandro Gozi.

È seguito un forum riservato a cui, invitato da Sandro Gozi, ho partecipato da Bergamo in rappresentanza dell’Associazione Freedem in continuità con il percorso tracciato prima ricordato. Presenti tra gli altri anche l’ex Ministro Carlo Calenda.

Ho innanzitutto ringraziato Castaner per la volontà espressa di creare una vera piattaforma condivisa tra tutti i progressisti dell’Ue che abbiano dimostrato una comune visione a favore di una società aperta che promuova stato di diritto e democrazia liberale.

 

L’esperienza di En Marche

En Marche deve il suo nome ad una citazione tratta da “Volo di notte” di Antoine de Saint-Exupéry in cui si dice che le soluzioni poi si trovano, l’importante è iniziare a mettersi insieme in cammino. Così dev’essere anche per noi, con la consapevolezza di un grande paradosso del nostro tempo. Il fronte avverso – quello populista e illiberale, fautore di una chiusura della società – pur presentando gravi evidenti ed eclatanti diversità al proprio interno risulta infatti coordinato ed unito di fronte all’opinione pubblica.

Al contrario il nostro campo – progressista, a favore della difesa della democrazia liberale e di una società aperta – pur presentando una profonda comunanza di valori e ideali appare sprovvista di un proprio coordinamento e di una propria organizzazione. Lacuna assolutamente da colmare con estrema priorità, prima che sia troppo tardi. Così questa piattaforma appare di assoluta rilevanza e fondamentale ai fini della missione collettiva che si intende perseguire. Partendo da questa premessa ho poi sottolineato come il perseguimento di un obiettivo transnazionale non possa che partire da un vero coordinamento comune che si fondi su un’ulteriore piena acquisita consapevolezza di come qualsiasi decisione, iniziativa e dichiarazione effettuata a livello nazionale abbia ormai un concreto immediato effetto a livello europeo.

E questa attenzione deve essere curata da chi è parte del nostro campo indipendentemente dalla posizione di governo o meno di cui in questo momento dispone nell’ambito del proprio paese.

 

Un’azione comune per le riforme

Castaner ha condiviso tracciando tre punti fondamentali su cui in merito si deve ispirare ora la nostra azione. Il primo punto di un’azione comune è quello di saper sviluppare una capacità condivisa di comunicare all’esterno con la cura di rivolgerci d’ora in poi indistintamente a tutti i cittadini europei, prestando assoluta attenzione a questo. Il secondo è di individuare quanto prima insieme da tre a quattro grandi riforme su cui lavorare congiuntamente per costruire un futuro condiviso di una Unione europea che protegge i propri cittadini. Il terzo è la capacità di adoperarsi insieme per costruire una diversa percezione dell’Unione europea rispetto a quella determinatasi progressivamente in questi anni.

Poi al Piccolo Teatro Eliseo si è avuto un incontro pubblico sempre focalizzato sul futuro dell’Unione europea, con priorità data allo sviluppo di un progetto comune condiviso con al centro la costruzione di un puntuale e deciso programma volto a realizzare finalmente un’Europa che protegga attraverso l’adozione di una vera agenda sociale europea, la difesa dello Stato di diritto e della democrazia liberale.

La giornata ha visto la partecipazione di altri esponenti politici, dalla diretta presenza di rappresentanti di +Europa alla diffusione di un appassionato messaggio progressista e europeista di Albert Rivera, leader dei Ciudadanos spagnoli.

 

La posta in gioco delle elezioni europee del 2019

La stampa francese ha dato ampio risalto alla giornata italiana del Delegato Generale de La République En Marche, con Le Figaro che ha evidenziato ad ulteriore conferma proprio come la posta in gioco delle elezioni europee del 2019 sia vitale per il futuro dell’Europa e che di fronte al montare dei populismi occorra costruire soluzioni collettive e solidali alle sfide che si presentano, anche attraverso nuovi incontri e una ricomposizione del panorama politico europeo.

Tags:

Lascia un commento

L'indirizzo mail non verrà reso pubblico. I campi richiesti sono segnati con *