LibertàEguale

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di Davide Ricca

 

Folle urlanti ai comizi, leader che chiedono a gran voce le elezioni (e chissà quanti le vogliono sul serio). Simulazioni sui collegi, ovviamente variabili a seconda dei confini delle coalizioni. Eh già. Le coalizioni. Perché come spesso accade il diavolo si annida nei dettagli, o meglio, nella legge elettorale; che forse è ben più di un dettaglio.

Il Rosatellum ha infatti tre gambe:
– la prima, la più imponente, è la gamba proporzionale, quella che attribuisce il 61% dei seggi tra le forze politiche che abbiano superato le soglie di sbarramento;
– la seconda, un po’ più piccola ma non per questo meno importante, è quella che attribuisce il 37% dei seggi su base maggioritaria, con un turno unico in collegi uninominali (potremmo dire una sorta di premio di maggioranza mascherato);
– la terza, dedicata agli italiani residenti all’estero, che attribuisce il 2% dei seggi con un voto proporzionale e con l’indicazione di preferenza.

La seconda gamba, quella maggioritaria, quella che ci farà votare per collegi sia alla Camera che al Senato, è quella di nostro interesse perché è quella su cui tutte le forze politiche si stanno concentrando. Il perimetro della coalizione (o della non coalizione se i partiti, come ha sempre fatto il Movimento Cinque Stelle, decidessero di andare in solitaria) è quello che definisce non solo le alleanze, ma anche il quadro della proposta di Governa e, last but not least, il candidato premier, il suo leader.

Ora, spostandoci a casa nostra e ipotizzando – siamo al 9 agosto quindi tutto può ancora succedere – che si vada davvero a votare (al voto! al voto!) chi sarà il candidato di (quale?) coalizione? Eh già. E’ nascerà prima l’uovo o la gallina? Prima il leader o prima la coalizione? Cosa fare in una situazione così emergenziale che vede il rischio di un trionfo sovranista ed in seria discussione la collocazione dell’Italia nell’alveo delle democrazie occidentali?

Se qualcuno pensa che la leadership non sia una necessità fondamentale in politica beh, smetta pure di leggere e si rassegni alla vittoria della Lega, o meglio alla vittoria di Salvini: sì perché Salvini è un “leader” e di per se il termine non esprime un connotato etico-politico positivo o negativo rispetto a quanto da lui sostenuto.

Se invece vogliamo capire chi si opporrà a Salvini non resta che accettare che sarà la leadership a guidare la coalizione, la sua composizione e la sua proposta di Governo.
Quale coalizione?
– Dal PD alla Sinistra passando per +Europa e i Verdi?
– Da Forza (altra) Italia passando/fermandosi al PD e a +Europa e I Verdi (?), oppure fino alla Sinistra-Sinistra (improbabile)?
– Da qualche roba nuova “moderata” passando per Altra (Forza Italia) con PD (o un pezzo di questo), con +Europa, Verdi e la Sinistra-Sinistra?
– E se nascesse la Lista Conte (senza il Movimento 5 Stelle che andrebbe per i fatti suoi) con tutto il resto fino alla Sinistra-Sinistra?

Mamma mia quanti scenari, quante ipotesi e quante variabili. La Sinistra-Sinistra con Berlusconi? Fare o non fare un nuovo partito moderato? Fare o non fare un nuovo partito liberal-democratico? Renzi, Calenda? Esiste però un metodo per chiarirle tutte. L’unico metodo che è forma e sostanza. Ed ecco che arriva il solito nostalgico “primarista”. Esatto: primarie subito! Ovviamente di coalizione.

Perché il Pd non ha molte alternative:
a. mette in campo la sua vocazione maggioritaria e chiarisce a tutti gli alleati che Zingaretti, essendo il suo segretario, è anche automaticamente il candidato premier e ponendo questa come condizione per un’alleanza, oppure
b. avvia un ragionamento con le forze che voglio starci chiarendo che il PD è solo uno dei soggetti dell’alleanza e che per decidere chi guiderà la coalizione vanno celebrate le primarie.

Se Zingaretti optasse, intelligentemente, per la seconda opzione aprirebbe contemporaneamente alla definizione della composizione e dei confini della coalizione. Il programma avrebbe due fasi di scrittura: una prima fase che vedrebbe la compilazione dei valori condivisi alla costituzione e definizione del “tavolo coalizionale” (mamma mia che parolona), ed una seconda relativa all’azione di Governo, che verrebbe scritta durante e dopo la celebrazione delle primarie e che sarà condizionata dal loro risultato.

Non vedo altre strade. Voi?

 

Post Scriptum

A mio avviso tutto quanto scritto vale anche se si votasse in primavera e non in autunno.

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