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Serve un’industria di difesa europea

Redazione lunedì 3 Febbraio 2025
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di Marco Valerii

Intervento all’Assemblea nazionale di Libertà Eguale – Orvieto 18-19 gennaio 2025

 

Buongiorno a tutte e a tutti.

Vorrei iniziare ringraziando personalmente l’associazione Libertà Eguale per l’organizzazione di questi due giorni d’incontri formativi in cui ci viene offerta la possibilità di parlarci, di ascoltarci e di confrontarci.

Mi presento sono Marco Valerii, sono di origine abruzzese (di Villa Brozzi un paesino collinare della provincia di Teramo) e da molti anni vivo nelle Marche, ormai più della metà della mia vita l’ho trascorsa tra le città di Urbino e di Pesaro (dove dal 2012 mi sono trasferito e sono attualmente residente), sono un elettore di centrosinistra, da diversi anni sono iscritto al partito democratico e da qualche anno sono componente dell’assemblea comunale del partito democratico di Pesaro. Mi trovo qui, perché da diversi anni sono iscritto all’associazione Liberta Eguale e negli ultimi anni quando ho potuto ho sempre cercato di essere presente all’appuntamento nazionale dell’associazione ad Orvieto.

Dopo questa breve e necessaria presentazione, vorrei passare ai motivi del nostro incontro e provare a rispondere al titolo e alle domande che ci sono state proposte:

Idee per una sinistra di governo.

Cosa dobbiamo? Cosa vogliamo? Cosa possiamo?

Chiedo subito la massima comprensione ai presenti e a coloro che ci ascoltano attraverso radio radicale rispetto al mio modo elementare e a volte rozzo di esporre le questioni e di contribuire al confronto di idee odierno.

La prima domanda: “cosa dobbiamo?”

Le parole che sento risuonare dentro di me a questa domanda sono le parole dovere e responsabilità. Queste due parole mi fanno pensare ad una forza politica che sappia leggere i tempi (il nostro tempo), segnalandosi per un nuovo spirito costituente e riformatore, mettendo davanti a tutti l’interesse nazionale, l’interesse europeo e l’interesse atlantico. Faccio alcuni esempi, quando la ricerca del consenso ed il cartello elettorale prendono il sopravvento a scapito di politiche più responsabili e di ampio respiro, quando come forza di opposizione dell’attuale governo nazionale dovremmo dialogare più spesso e meglio con la maggioranza evitando il muro contro muro, sento il dovere e la responsabilità di trovare in ogni occasione la giusta sinergia tra questi due aspetti (ovvero la ricerca del consenso e le politiche di ampio respiro appunto) che sono secondo me, parte di uno stesso scopo: la buona politica. Inoltre, sento la responsabilità e un forte senso del dovere nel voler costruire intorno alla politica e alla nostra forza un nuovo clima di fiducia, attraverso l’attenzione e la cura dei linguaggi e dei comportamenti, affinchè la polarizzazione delle nostre società sia meno accentuata e meno dirompente nel tessuto sociale.

Alcune suggestioni rispetto ai vari interessi di cui parlavo in precedenza, riguardo all’interesse nazionale ad esempio mi chiedo e chiedo alla platea, siamo in grado di fare una battaglia politica con il governo rispetto all’autonomia differenziata e contribuire a rafforzare l’unità nazionale? Senza lasciar cadere nel vuoto la volontà di riforma della maggioranza e dopo la sentenza in merito della Corte Costituzionale, trovando una nuova strada alla riforma, che prenda ispirazione dagli studi del Presidente Giuliano Amato sul regionalismo cooperativo.

L’interesse europeo a cui mi riferisco è quello teso a costruire un’Europa più integrata e più giusta, in questo senso trovo molto interessante la prospettiva del professor Fabbrini di costruire istituzioni sovranazionali europee a tema, in questa ottica una domanda che mi pongo e che rivolgo agli studiosi ed agli esperti in materia costituzionale, in futuro potranno esserci spazio e volontà politiche che non facciano arenare la nascita di una costituzione europea?

Riguardo all’interesse atlantico oggi più di ieri, il patto atlantico mostra l’esigenza di rinnovamento e di rafforzamento, attraverso investimenti non più procrastinabili da parte dell’Europa e dei suoi Stati, costruendo una difesa europea e un’industria di difesa europea con un impatto innovativo anche sul fronte delle politiche lavorative e occupazionali europee.

Passo alla seconda domanda: “cosa vogliamo?”

Vorrei un mondo ed una comunità più giusta, combattendo le ingiustizie, attraverso il rafforzamento e il rinnovamento degli strumenti della democrazia, piegando e modellando il progresso delle conoscenze e delle tecnologie al bene degli esseri viventi (delle donne, degli uomini, degli animali e delle piante). Per fare un esempio, vorrei sottolineare la necessità, troppo spesso messa da parte, della democrazia interna alle istituzioni, nei partiti, nelle associazioni, nei nuovi e rinnovati costumi dello stare insieme.

La terza ed ultima domanda: “cosa possiamo?”

Sono molto affezionato ad un proverbio africano che afferma che per educare un bambino si ha bisogno di un intero villaggio, oggi questo proverbio non è più esaustivo rispetto a come poteva esserlo qualche tempo fa, oggi abbiamo bisogno sia del villaggio (delle nostre comunità) sia del mondo intero con tutte le sue contraddizioni, dalla globalizzazione secondo me  non si torna indietro, occorre da parte nostra capire come e dove migliorarla, quindi il metodo è quello di riuscire a coinvolgere il maggior numero possibile di protagonisti (di stakeholder) e convergere nella costruzione del futuro.

In conclusione, vorrei un forza politica che sappia seminare culture ed esperienze e che sappia gestire le stagioni in cui la raccolta sarà ricca e stagioni in cui la raccolta sarà meno ricca, non possiamo permetterci di rinunciare al seminare culture e conoscenze nel rispetto del gioco democratico.

Grazie dell’attenzione a tutte e a tutti.

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