di Danilo Di Matteo
Da sempre sostengo che questo nostro mondo sia maledettamente complesso. E qui si situa una prima sfida, specie per la sinistra: tener testa alla complessità. Gli schemi di una volta, a tal fine, non sempre possono aiutarci.
Già Antonio Gramsci, del resto, poneva le questioni, come quella meridionale, considerata fondamentale nella nostra vicenda nazionale.
E che dire dell’idea di blocco sociale? Una nozione, un concetto che assume quello di classe, ponendolo però, appunto, in una prospettiva alquanto più articolata e complessa.
Non solo. Ascoltavo dal Tg1 la frattura, nel Regno Unito, in seguito a una sentenza, fra femministe della differenza e sostenitori/sostenitrici del gender. Quando nel mio piccolo, ad esempio, ho provato a scorgere, anche grazie allo studio del pensiero di autori come Giacomo Marramao, nel riconoscimento della differenza sessuale una sorta di apripista per il riconoscimento delle altre differenze, di tutte le differenze. E, restando alla questione femminile, sicuramente la liberazione della donna si pone, per dirla con Salvatore Veca, al crocevia fra parità e differenza.
Ecco, qui si apre la seconda sfida: la capacità di sintesi e, dunque, la possibilità di una semplificazione rispettosa delle sfaccettature di un fenomeno o di un problema.
Occorre, detto altrimenti, non farsi sopraffare dalla complessità, pur riconoscendola.
Del resto, come è noto, il metodo scientifico vede nella capacità di semplificare fenomeni complessi una risorsa formidabile. Salvo poi dover andare oltre e adottare proprio la prospettiva della complessità.
Vi è, cioè, un’intima, feconda tensione tra il momento, e l’istanza, della semplificazione – individuando, poniamo, tendenze o idee-guida e circoscrivendo i problemi da affrontare – e quello dell’articolazione.
Alla sinistra, dunque anche a me stesso, proverei a dire, più in generale, che, alle coppie volpe (astuzia)-leone (forza e coraggio) e virtù-fortuna e alla metafora del centauro (passionalità “animale” e razionalità), indicate da Niccolò Machiavelli, andrebbe aggiunto il binomia complessità-semplificazione, in modo da disporre di una visione binoculare e multifocale.
Psichiatra, psicoterapeuta e studioso di filosofia con la passione per la politica. Si iscrisse alla Fgci pensando che il Pci fosse già socialdemocratico, rimanendo poi sempre eretico e allineato. Collabora con diversi periodici. Ha scritto “L’esilio della parola”. Il tema del silenzio nel pensiero di André Neher (Mimesis 2020), Psicosi, libertà e pensiero (Manni 2021), Quale faro per la sinistra? La sinistra italiana tra XX e XXI secolo (Guida 2022), le raccolte poetiche Nescio. Non so (Helicon 2024) e Ombre dell’infinito, figure del Sublime. “Voce di silenzio sottile” (Helicon 2024). È uno degli autori di Poesia e Filosofia. I domini contesi (a cura di Stefano Iori e Rosa Pierno, Gilgamesh 2021) e di Per un nuovo universalismo. L’apporto della religiosità alla cultura laica (a cura di Andrea Billau, Castelvecchi 2023).