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Usa, la “teoria del pazzo” farà danni

Alessandro Maran lunedì 3 Febbraio 2025
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di Alessandro Maran

 

Il presidente Donald Trump è un pazzo? Sembra volere che gli avversari degli Stati Uniti lo pensino. Quando a ottobre gli è stato chiesto come avrebbe risposto se la Cina continentale avesse accerchiato Taiwan, Trump ha detto al Wall Street Journal: “Non ne avrei bisogno, perché (il leader cinese Xi Jinping) mi rispetta e sa che sono fottutamente pazzo” (https://www.wsj.com/…/donald-trump-the-bully-with-a…).
Valutando le dichiarazioni di Trump di inizio gennaio sull’acquisizione della Groenlandia e del Canale di Panama, Fareed Zakaria ha osservato: “Alcuni sostengono che siamo semplicemente tornati alla “teoria del pazzo” della politica estera, che postula che è bene che il presidente a volte appaia imprevedibile, persino irrazionale, perché prende alla sprovvista gli avversari” (https://edition.cnn.com/…/gps0112-trumps-imperialist…).
La “madman theory” è infatti una condotta di politica estera che punta a spaventare i nemici convincendoli che li si potrebbe attaccare con reazioni enormemente sproporzionate, cioè da pazzi. È stata attribuita a Richard Nixon, che ne fece un elemento fondamentale della propria interpretazione della politica estera statunitense, negli anni dal 1969 al 1974, in cui fu presidente degli Stati Uniti d’America.
Se questa è la strategia di Trump, sta dando dei frutti? Come per tutto il resto del Trump 2.0, anche per quel che riguarda la politica estera il track record della nuova amministrazione sta progredendo rapidamente. Prima di giurare, Trump ha contribuito a garantire il cessate il fuoco a Gaza. Da allora ha lanciato un ultimatum a Putin: se non metterà fine alla guerra contro l’Ucraina, la Russia dovrà affrontare sanzioni finanziarie ed economiche più severe. E nei giorni scorsi, dopo che la Colombia ha respinto i voli di rimpatrio dei migranti, le minacce pubbliche di maggiori tariffe doganali di Trump sembrano aver costretto il presidente colombiano a fare marcia indietro.
Sulla imprevedibilità come strategia, tuttavia, restano molti dubbi. Ad esempio, Fareed Zakaria ha osservato che “Trump ha provato questa mossa nel suo primo mandato, più logicamente con Kim Jong Un della Corea del Nord. Ha iniziato minacciandolo con la guerra nucleare (…) e poi è passato bruscamente a corteggiarlo con lettere d’amore. Niente di tutto ciò ha funzionato. La Corea del Nord ha continuato a costruire il suo arsenale nucleare, condurre test missilistici (dopo una breve pausa) e minacciare il suo vicino meridionale. Lo studioso Daniel W. Drezner rileva che molte ricerche hanno concluso che il soggetto originale della teoria del pazzo, Richard M. Nixon, non ha prodotto risultati positivi malgrado i suoi sforzi per sembrare pazzo e squilibrato” (https://foreignpolicy.com/…/madman-theory…/).
La “teoria del pazzo” è stata effettivamente messa alla prova, scrive la politologa della Penn State Roseanne McManus in un recente articolo su Foreign Affairs. Nixon ordinò ai suoi assistenti di descriverlo come capriccioso e crudele e “negli anni ’50 e ’60, il premier sovietico Nikita Krusciov coltivò deliberatamente un’immagine di follia che, almeno inizialmente, alcuni funzionari statunitensi credettero”, scrive la professoressa. Di quella strategia McManus indica anche i limiti.
Del resto, Nixon non ha realizzato i suoi obiettivi in ​​Vietnam e Krusciov ha fatto marcia indietro nella crisi missilistica cubana. In quei casi, sembrare imprevedibili non ha costretto gli avversari alla resa. Senza contare che, come scrive McManus, sembrare pazzi può incentivare un avversario dotato di armi nucleari a colpire per primo, prima che il presunto pazzo faccia lo stesso. Inoltre, le promesse di pace di un pazzo sono meno credibili e gli accordi con lui considerati precari.
“Purtroppo”, scrive McManus, “è molto difficile trasmettere esattamente il giusto livello di follia. Molti pazzi – tra cui Gheddafi e Saddam – si sono guadagnati reputazioni che alla fine si sono rivelate dannose, perché i loro oppositori sono arrivati ​​a credere che non avrebbero rispettato gli impegni di pace. D’altro canto, leader come Krusciov e Nixon potrebbero non essersi dimostrati eccessivamente audaci, dato che i loro avversari dubitavano della loro volontà di usare armi nucleari. Trump potrebbe avere successo se riuscisse a presentarsi come imprevedibile e sfrenato senza sembrare squilibrato. Ma se Trump si rivelasse irrimediabilmente irrazionale, difficilmente otterrebbe ciò che cerca” (https://www.foreignaffairs.com/unite…/limits-madman-theory).
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