LibertàEguale

La funzione del credito per un lavoro degno e libero

«Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo, solidale». E’ questo il titolo della 48ª Settimana Sociale dei cattolici italiani che si svolgerà a Cagliari dal 26 al 29 del prossimo ottobre. L’appuntamento, come è già chiaro dal titolo, sarà interamente dedicato al tema del lavoro quale elemento fondamentale per la crescita del Paese, nella piena consapevolezza che proprio sulla realtà del lavoro “si gioca il futuro di una società e anche la responsabilità dei cattolici nella costruzione del bene comune”.

Già nell’Instrumentum Laboris, che ne è il documento guida, frutto di una lunga e ragionata elaborazione, la Chiesa cattolica italiana traccia le linee di quello che sarà, nel prossimo futuro, il suo contributo alla vita sociale del nostro Paese. Un contributo che si concretizza attraverso un percorso, un “cammino sinodale volto a capire, a trovare soluzioni, ad avanzare proposte”, un percorso segnato da “quattro registri comunicativi”: la denuncia, il racconto, le buone pratiche e, infine, le proposte.

Il documento, confermando la lunga tradizione della Dottrina sociale della Chiesa che va dalla Rerum novarum di Leone XIII fino all’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, è netto e non lascia margini di ambiguità sulla centralità che riveste il tema lavoro, dei problemi ad esso legato e del dramma della sua mancanza, soprattutto tra i giovani.

Nell’Instrumentum Laboris, dal quale è bandito ogni elemento di genericità, sono molti gli spunti di riflessione sui quali i delegati si confronteranno grazie alla minuziosa disamina dei problemi e alla puntualità delle proposte. Insieme alla questione dell’eccessiva pressione fiscale, con la proposta di una consistente riduzione del “cuneo fiscale” e a quella della eccessiva lentezza della giustizia civile, non viene trascurato il tema del credito affrontato, anche in questo caso, con lucidità e nettezza.

Si legge, infatti, che la questione della difficoltà di accesso a fonti di finanza, condizione imprescindibile per la ripresa economica, è frutto “dell’oggettiva difficoltà determinata da un modello di banca prevalentemente orientato alla massimizzazione del profitto e dalla conseguente difficoltà di trovare attraente il segmento dei finanziamenti alle piccole imprese e alle imprese artigiane” in quanto “non certo in grado di generare gli utili chiesti dagli azionisti delle banche per via dei limitati guadagni da interesse”. Si sottolinea l’importanza della biodiversità bancaria e la necessaria salvaguardia della specificità della cooperazione bancaria nata in Italia, geneticamente e strategicamente orientata a servire prevalentemente le imprese medio-piccole e le famiglie.

Ma il documento entra ancora di più nello specifico e arriva ad affrontare il tema della regolamentazione bancaria europea ed internazionale auspicando e invitando a lavorare per “l’applicazione strutturale del principio di proporzionalità” considerando nefasta “l’omologazione delle banche di natura non capitalistica” e improprio il peso della normativa che “penalizza di fatto la competizione nei mercati locali del credito e rischia di indebolire la capacità di finanziamento dell’economia reale da parte delle banche da sempre dedite alla creazione e allo sviluppo delle imprese piccole e che in Italia assicurano oltre il 90% dei posti di lavoro”.

Il mondo della cooperazione, della cooperazione bancaria, del sistema bancario popolare condividendo pienamente i contenuti proposti per la Settimana Sociale dei cattolici italiani, chiamato come tutti i soggetti economici a fare la sua parte propone, per “rompere quella cappa d’impotenza che sembra talvolta avere la meglio sulla volontà di risollevarsi” le proprie storiche  caratteristiche di sussidiarietà, solidarietà e territorialità, che considera condizioni necessarie e irrinunciabili dell’agire economico in quanto fondamentali per creare – come chiede l’Instrumentum Laboris – “un movimento di popolo capace di far invertire la china a tutto il Paese, non solo ad alcune sue porzioni, e di far riprendere un cammino comune di cambiamento nel senso della giustizia”.