di Pietro Ichino
I difetti di capitale umano e di capitale sociale che ci impediscono di fare a meno di procedure amministrative e regole; ma snellire si può e si possono tagliare le unghie ai burosauri
1- Un po’ di burocrazia, cioè di regole operative, è indispensabile perché il personale amministrativo non ha la preparazione necessaria per valutare ciascun caso singolo e decidere come trattarlo: le procedure lo guidano nella classificazione del caso singolo e nel suo trattamento.
Dunque per poter ridurre le procedure occorrerebbe disporre di personale periferico più preparato ed esperto, cui poter lasciare le redini sul collo.
2- Le procedure e le regole servono anche per assicurare che tutti i cittadini siano trattati senza discriminazioni, favoritismi o clientelismi.
Dunque per poter ridurre le procedure occorrerebbe disporre di personale periferico più affidabile sul piano dell’etica pubblica, di cui potersi fidare di più.
3- Le regole, le procedure, i documenti da produrre, servono anche per evitare le frodi da parte dei cittadini/utenti.
Dunque per ridurre procedure e regole prestabilite occorrerebbe ridurre il tasso di disonestà dei cittadini/utenti.
4- Vero è che alcuni alti burocrati tendono a complicare le procedure e a rendere poco leggibili le regole per allargare la propria discrezionalità operativa e sottrarsi alla necessaria trasparenza.
Dunque esiste un margine entro cui si possono semplificare e rendere più leggibili le regole, anche a livello invariato di cultura e affidabilità del personale periferico, nonché di civicness diffusa tra i cittadini, a condizione di tagliare un po’ di unghie ai burosauri.
5- Le complicazioni nascono spesso dall’ipertrofia o moltiplicazione degli enti competenti per una determinata materia (un esempio: ACI e Motorizzazione civile); la quale deriva dal fatto che si privilegia l’interesse degli addetti rispetto a quello degli utenti.
Dunque esiste un margine entro cui si può semplificare l’amministrazione, se si pone al primo posto l’interesse degli utenti e si attiva la mobilità dei dipendenti pubblici.
Conclusione: per ridurre le procedure e semplificare le regole occorre personale amministrativo più colto e dotato di etica pubblica, una maggiore civicness diffusa nella cittadinanza e un ceto politico capace di ristrutturare le amministrazioni privilegiando l’interesse della cittadinanza rispetto a quello degli addetti.
(Tratto da www.pietroichino.it)
Già senatore del Partito democratico e membro della Commissione Lavoro, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Ordinario di Diritto del lavoro all’Università statale di Milano, già dirigente sindacale della Cgil, ha diretto la Rivista italiana di diritto del lavoro e collabora con il Corriere della Sera. Twitter: @PietroIchino