LibertàEguale

Riconciliarsi. Il Pd e il caso Camogli

di Marilù Tamborino

 

In questi giorni, sono stata partecipe di un piccolo evento: la presentazione di una lista civica di candidati della sinistra alle elezioni comunali di quella meraviglia che è Camogli; una mia cara amica, una compagna del liceo, si è candidata. Le è stato chiesto e lei non si è sottratta, partendo con lei ed altri una operazione di ricomposizione di varie anime del mondo della sinistra che alla sfida di una diversa amministrazione della cosa pubblica anziché astenersi si sono sentite in obbligo di partecipare senza procedere a liste alternative ma convogliando in un’unica lista. Tutte queste persone si conoscono, sono a volte vicine di casa.

 

E così ho assistito alla presentazione della lista, ho partecipato al buffet e poi un caffè al porto, sempre presentata a tutti, in questa doppia veste, compagna del liceo e militante del PD: grandi sorrisi per la prima quanto grandi reprimende per la seconda ed alla fine la richiesta è stata sempre “dillo … fallo presente …”.

A ridosso del 4 marzo abbiamo guardato ai risultati elettorali senza guardare oltre.

 

Prendiamo a modello una piccola realtà come Camogli: in un momento di grande incertezza per il Paese, hanno sentito la necessità di ricomporsi intorno ad un programma comune, superando le incomprensioni passate, venendosi incontro, comprendendo che la vera sfida non era dimostrare chi avesse ragione in quella parte di campo ma provare a vincere avendo ragione del campo avverso. Qualche compromesso è stato fatto sia con riguardo ai programmi sia ai caratteri delle persone. Vi è ancora qualche punto del programma su cui bisogna trovare un accordo pieno ma nel momento in cui sono letteralmente spuntate liste di destra anche becera, i miei amici hanno compreso che non si poteva stare a guardare.

 

Mi si è chiesto di “dire” ed invece, io vorrei proprio portare questa piccola realtà ad esempio, invitando tutti a riannodare i fili, le amicizie ed i rapporti, dimenticando incomprensioni e torti, spendendosi su programmi ed idee.

Reconciliare significa: rimettere in ordine, ristabilire, unire nuovamente, rendere di nuovo sano, rappacificare. L’invito è, quindi, alla riconciliazione. Alla riconciliazione tra noi, prima di tutto. Alla riconciliazione con tutti coloro che abbiamo lasciato indietro, con tutti coloro che fanno del loro meglio ma non riescono. Il mito del successo e dell’ottimismo che abbiamo portato avanti, non è stata la carta giusta. Ma per mettere ordine e rappacificare occorre abbassare i toni, usare il dialogo ed il confronto.

 

Abbiamo una grande responsabilità dinanzi ma pare che solo a Camogli se ne siano accorti.

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