LibertàEguale

Cinquestelle: un bilancio fallimentare

di Umberto Minopoli

 

Annaspano. Il bilancio dei 5 Stelle è fallimentare.

Hanno dovuto fare retromarcia su obiettivi-simbolo (Ilva, Tap, ponte di Genova, forse Tav, ecc.). Il reddito di cittadinanza è stato ridimensionato nei costi, nell’impatto, nella platea. E nemmeno si capisce, ancora, come e quando si realizzerà. Devono assistere, scornati, all’avanzata nei sondaggi di Salvini e al loro costante arretramento. Non hanno identità distintiva nel governo, non riescono a contrastare Salvini perché la Casaleggio (che li dirige) è un’azienda di comunicazione (che oggi comunica insuccessi) non una scuola in cui si producono valori, programmi, politiche.

I 5 Stelle al governo si sono rivelati esattamente rispondenti alle aspettative: incompetenti, incolti, approssimativi, inconsistenti, inadeguati, pericolosamente privi di autonomia, nei ministeri chiave (giustizia, sanità) dai centri esterni di influenza (magistratura, burocrazie), comici, persino, in ambiti chiave per lo sviluppo del paese (pensiamo a Toninelli).

La prova di governo dei 5 Stelle si rivela un disastro. Ma loro sono come Mida alla rovescio: trascinano al fondo chi governa con loro. Salvini cresce nei sondaggi (il volo però è sempre più col piombo) ma la Lega registra la delusione del suo elettorato: il governo ha dovuto sacrificare ai programmi assistenziali dei 5 Stelle la promessa di riduzioni fiscali e l’impegno a mantenere crescita e investimenti. E gli elettori della Lega, cui era stato sbandierato il sovranismo, devono oggi ringraziare l’Europa per avere, in parte e solo per il 2018, corretto la manovra scellerata, assistenziale e antiproduttiva del governo.

Nel 2019, però, tutti nodi torneranno al pettine. E si teme che, passate le europee, la maggioranza non giunga al panettone. In tutto questo la ripresa dei 5 Stelle è affidata, dalla Casaleggio, a… Di Battista. Insomma, sono alla frutta. Cresceranno le fibrillazioni, i colpi di spillo, la rissosità nel governo. Ma su linee confuse e contraddittorie. Di puro spettacolo di propaganda esterna.

Nella sostanza politica, però, i 5 Stelle sono falliti, si sono ridimensionati, indeboliti numericamente e sono, ormai inservibili, per alternative con loro in questo Parlamento. Ne prenda atto il Pd. Ma il governo può cadere nel 2019. E allora? Sarebbe il caso che il Pd e l’opposizione salissero di livello, acquistassero in spessore, coraggio e responsabilità. Un futuro con i 5 Stelle, è stato provato, non esiste. Quello del solo centrodestra con Salvini non è auspicabile. C’è qualcuno che pensa strategicamente nel Pd e dintorni?

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