LibertàEguale

Ma la Schlein è ferma a Livorno

di Umberto Minopoli
Fa bene Arturo Parisi ad irritarsi.
Lui, che viene dal filone dei cattolici democratici confluiti nel Pd, vede la sua casa approdare al comunismo delle origini. La candidata Schlein ha dichiarato che inizia il suo tour elettorale da Livorno, “dove nel 1921 (scissione dal Psi) prese avvio, dice lei, la rinascita della sinistra”.
Ma anche chi, come il sottoscritto, proviene dalla storia del PCI, di Gramsci e Togliatti, deve allarmarsi alla banale e disinformata violenza che la Schlein fa della nostra storia.
Nel 1921 non rinacque alcuna sinistra. Al contrario la sinistra morì: dopo tre anni (biennio rosso) di estremismo e divisione tra massimalisti e riformisti , trionfò la reazione fascista (nelle urne, prima che nel colpo di Stato). Che seppellì la sinistra.
Il 1921 è l’esempio che mai più dovrebbe essere portato ad esempio.
La signora Schlein dovrebbe leggere qualche libro di storia della sinistra, del PCI e del PSI. Si informi sugli scritti di Gramsci che definiva la scissione di Livorno, dopo il biennio “estremista” del 1919/20, “il più grande trionfo della reazione”.
Altro che “rinascita della sinistra”. Nel PCI si insegnava che quella scissione fu un errore, anche se “provvidenziale” (Giorgio Amendola). Nel senso che, estirpando (già in clandestinità) l’estremismo e il massimalismo del 1921, di Serrati e di Bordiga, diede vita ad un partito “contrario e all’opposto” delle sue origini, “nuovo” rispetto al settario partito minoritario del 1921. A cui la Schlein, con Franceschini e Letta vorrebbero tornare?
Fa bene Parisi ad allarmarsi. Questa costituente rischia di consegnarci una idea di sinistra fuori del tempo e della storia, una mostruosità massimalista vecchia di 100 anni.
Ps: inizi invece da Piombino, vicino a Livorno, la signora Schlein facendo battaglia per il rigassificatore di cui ha bisogno l’Italia.

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