LibertàEguale

È stato peggio dell’11 settembre. Ma abbiamo ancora bisogno dell’America

di Umberto Minopoli

 

Per l’immagine della forza dell’America è peggio dell’11 settembre.

Allora ci fu non solo la commozione per le vittime, ma l’ammirazione per la potenza democratica che il terrorismo aveva potuto colpire al cuore. Ma solo con un atto di eccezionale barbarie e di incredibile tecnica militare. Solo così i terroristi avevano potuto ferire la fortissima superpotenza occidentale. Nelle capitali nemiche o avversarie nessuno osò interpretare l’11 settembre come un segno di indebolimento dell’America.

Dove non riuscì Al Quaeda è riuscito, consapevole o meno, Donald Trump, il Presidente in carica. Prima aizzando quella folla a “recarsi al Campidoglio” – doveva restare off limit pure per lui, inviolabile, sacro perché centro della legittimità della potenza Usa – poi non schierando la Guardia Nazionale a difesa del “perimetro” e infine non mettendo se stesso contro quella folla invitandola ad andare a casa. Lo ha fatto solo quando gli esagitati avevano ormai saccheggiato gli uffici.

L’assalto degli estremisti trumpiani ha dato alle potenze nemiche o avversarie e a quelle alleate un’immagine di debolezza, fragilità e di scarsa autodifesa della potenza Usa. Che in 70 anni di dopoguerra non era mai emersa. E’ questo il crimine di Trump. Che equivale all’alto tradimento.

Non siamo né abituati e né pronti a vivere in un mondo dove l’America è debole. Soprattutto sul terreno della forza, del prestigio, della sicurezza militare. Anche perché della “grande America” abbiamo bisogno in altri campi. Non ci sarà ripresa del mondo se non riparte economicamente l’America.

Che riparta la Cina resta effimero per il mondo: il mercato dei beni lo dà l’America. Chi più di noi, che abbiamo salvato la più grande industria nazionale grazie a quel mercato, può dirlo? Non ci sarà salvezza dai virus se non resta in piedi e forte la scienza, la biologia, la farmaceutica americana (tutti i vaccini di oggi sono, in un modo o nell’altro, americani). Non ci sarà transizione ecologica dell’Europa e del mondo se non fidiamo sulla capacità della tecnologia Usa e sulla forza della sua “energia”.

Per questo il primo compito di Biden deve essere quello di ripristinare l’immagine di forza dell’America. Trattando gli eversori come traditori. Che hanno realizzato l’impossibile: violare un luogo sacro, cuore dell’immagine della forza americana nel mondo.

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