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Il cattolicesimo democratico dal Concilio Vaticano II alla vittoria di Biden

Stefano Ceccanti sabato 9 Gennaio 2021
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di Stefano Ceccanti*

 

1. Il cattolicesimo democratico è stato protagonista nella terza ondata democratica come ricorda Samuel Huntington. Pensiamo a figure come Ruiz Gimenez, Pintasilgo, Mazowiecky Era l’onda del Concilio Vaticano II, che a sua volta aveva attinto all’esperienza americana dopo la vittoria di Kennedy e alle democrazie cristiane europee. Libertà religiosa e non sola tolleranza, protagonismo dei laici cattolici, opzione preferenziale per la democrazia (non sole elezioni, ma anche garanzia dei diritti e separazione dei poteri, Corti costituzionali per limitare le maggioranze e condivisione della sovranità a livello superiore, ad esempio con l’Unione europea).

2. Poi sono venuti anni di regressione, di chiusura difensiva e clericale: il restringimento dell’insegnamento sociale a questioni limitate, quasi solo all’aborto visto nell’ambito del diritto penale anziché nella prevenzione e nelle politiche sociali; riaccentramento interno che ha compresso l’autonomia laicale che si è espressa ad esempio con l’idea del rifiuto della comunione verso chi non condivideva le mediazioni considerate più giuste (perché non è vero che in politica non si negozia, si negozia sempre, il problema è chi lo fa e chi stabilisce i limiti). Ma così la chiesa è diventata parte del problema e non della soluzione. Nella logica limitante e limitata la democrazia va bene solo se si accetta la propria impostazione sul tema prescelto, regredisce a valore tattico. Dalla Gaudium et Spes si esce all’indietro appoggiando i marciatori di Capitol Hill. Da Murray a Viganò.

3. C’è stata un’inversione di tendenza con papa Francesco, che cerca di riproporre con modalità nuove le aperture conciliari, ma c’è molto da recuperare per essere parte della soluzione e non del problema. In questo la vittoria di Biden ha inserito un elemento di sintonia e di speranza. E’ una breccia di speranza.

 

*Intervento  al webinar di pax Romana, 09.01.21

 

 

Versión en español

1. El catolicismo democrático fue protagonista de la tercera ola democrática, como recuerda Samuel Huntington. Pensemos en figuras como Ruiz Giménez, Pintasilgo, Mazowiecky. Era la ola del Concilio Vaticano II, que a su vez se había inspirado en la experiencia estadounidense tras la victoria de Kennedy y en las democracias cristianas europeas. Libertad religiosa y no solo tolerancia, protagonismo de los laicos católicos, opción preferencial por la democracia (no solo elecciones, sino también garantía de derechos y separación de poderes, tribunales constitucionales para limitar mayorías y compartir la soberanía a un nivel superior, por ejemplo con la Unión Europea).

2. Luego vinieron años de regresión, de cierre defensivo y clerical: la restricción de la enseñanza social a temas limitados, casi solo al aborto visto en el contexto del derecho penal más que en la prevención y las políticas sociales; recentralización interna que ha comprimido la autonomía laical que se ha expresado, por ejemplo, con la idea de negar la comunión hacia quienes no compartían las mediaciones consideradas más justas (porque no es verdad que en política no se negocie, siempre negociamos, el problema es quién lo hace y quién pone los límites). Pero entonces la iglesia se convirtió en parte del problema y no en parte de la solución. En la lógica limitante y limitada, la democracia es buena solo si acepta su propia opciòn sobre el tema elegido, retrocede a un valor táctico. Desde Gaudium et Spes se sale hacia atrás apoyando a los caminantes de Capitol Hill. De Murray a Viganò.

3. Ha habido un cambio de tendencia con el Papa Francisco, que intenta volver a proponer las aperturas conciliares de nuevas formas, pero hay mucho que recuperar para ser parte de la solución y no del problema. La victoria de Biden agregó un elemento de armonía y esperanza a esto. Es una cuña de la esperanza.

 

English version

1. Democratic Catholicism was a protagonist in the third democratic wave as Samuel Huntington recalls. Think of figures like Ruiz Gimenez, Pintasilgo, Mazowiecky It was the wave of the Second Vatican Council, which in turn had drawn on the American experience after the Kennedy victory and on the European Christian democracies. Religious freedom and not just tolerance, leading role of Catholic laity, preferential option for democracy (not only elections, but also guarantee of rights and separation of powers, constitutional courts to limit majorities and sharing of sovereignty at a higher level, for example with the European Union).

2. Then came years of regression, of defensive and clerical closure: the restriction of social teaching to limited issues, almost only to abortion seen in the context of criminal law rather than in prevention and social policies; internal re-centralization that has compressed the lay autonomy that is expressed, for example, with the idea of refusing communion towards those who did not share the mediations considered more just (because it is not true that in politics there is no negotiation, one always negotiates, the problem is who does it and who sets the limits). But so the church became part of the problem and not part of the solution. In the limiting and limited logic, democracy is good only if you accept your own approach on the chosen theme, it regresses to tactical value. From Gaudium et Spes you come out backwards supporting the Capitol Hill walkers. From Murray to Viganò.

3. There has been a reversal of trend with Pope Francis, who tries to re-propose the conciliar openings in new ways, but there is much to be recovered to be part of the solution and not the problem. Biden’s victory added an element of harmony and hope to this. It is a breach of hope.

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