LibertàEguale

Dalla Leopolda riparte il riformismo

di Umberto Minopoli

 

Il problema dell’Italia non è solo chi guida il Pd.

E’ la debolezza delle opposizioni (Pd e Forza Italia) che fa balenare “l’incubo di Salvati“: il bipolarismo tra i due populismi. Con Forza Italia assorbita nella Lega e Il Pd fagocitato dai Cinquestelle.

Se si farà il congresso (tante sono le incognite su emergenze che potrebbero consigliare il rinvio) il centro politico non sarà come liberarsi di Renzi ma come liberarsi del fantasma, trasformista e suicida, di ogni ipotesi di alleanza con i Cinquestelle. Per dare vita al polo del populismo di sinistra.

Renzi è stato nettissimo e convincente alla Leopolda: con i Cinquestelle mai. Bisogna sventare l’incubo, la sciagurata idea dell’abbraccio mortale con i Cinquestelle.

I riformisti hanno il dovere di stare nel congresso del Pd per sconfiggere questo disegno. Che, per imbarazzo e pudore, nessuno dei dirigenti Pd dichiara pubblicamente ma che, ha ragione Salvati (dalle colonne del Corriere della Sera di domenica) è il pericolo che incombe. A partire da Zingaretti e da chi lo sostiene (Veltroni, Franceschini, Orlando).

Per questo è fondamentale che alla guida del Pd vada una persona che per storia, profilo politico, esperienza e principi dia affidamento che “con i Cinquestelle mai”: Minniti.

E Renzi? Ho sostenuto alla Leopolda che lui è il “gancio di una collana che auspico di leader riformisti”. Il disimpegno di Renzi sarebbe la fine del riformismo.

Guardiamoci intorno: con tutto il rispetto nessuno dei pretendenti a sostituirlo come leader che innova la sinistra ha la nettezza, chiarezza, autorità e forza di pensiero di Matteo Renzi. Non è piaggeria. E’ la realtà. E pensavo che per questo dovesse candidarsi. Ed ero depresso per la sua scelta di non farlo. E l’ho detto.

Ma, devo confessare, che la linea della Leopolda e le conclusioni di Renzi mi hanno convinto. Questo governo potrebbe anche durare. Come opporsi? Pd e Forza Italia non bastano. E possono pure vacillare e cedere al populismo.

Va creato il valore aggiunto dell’opposizione civile: mobilitare i cittadini che si oppongono al populismo al di là delle tradizionali identità politiche e di partito. Che si oppongono al populismo, ha detto Renzi, per una scelta culturale e di civiltà.

Ecco i comitati civici: un movimento politico, l’embrione di un’alternativa civile al populismo. Per i riformisti, dunque, dalla Leopolda una convincente ipotesi di lavoro: vigilare nel Pd per sventare (con Minniti) il cedimento ai 5 Stelle e dare l’anima per costruire, insieme a Renzi, i comitati civici contro il populismo. Un buon lavoro. Utile e costruttivo.

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