LibertàEguale

Un’estate (politica) da incubo

zingaretti_salvini

di Carlo Fusaro

 

Motivi di serenità all’avvio delle ferie politiche all’inizio di agosto? Nessuno in Italia, pochi in giro per il mondo (bene il seggio andato ai liberaldemocratici nel Regno Unito: Johnson ha un solo voto di maggioranza).

In Italia è stata una settimana da incubo. Dobbiamo guardare in faccia la realtà.

 

Primo.

La cosa più grave di tutte è che mentre Salvini continua ad offendere tutti quelli che non la pensano come lui o dicono cose che gli danno fastidio o denunciano i suoi comportamenti (attacca un giornalista che l’ha beccato a far fare al figlio i giretti con mezzi della Polizia; si produce in “discorsi d’odio” contro persone che dicono cose che non si devono dire ma che lui stigmatizza razzisticamente: “zingaraccia” da portar via con la ruspa…), gli riesce anche di sottrarsi al Parlamento: con la decisione – credo senza precedenti – di mettere in discussione la sfiducia contro di lui… presentata a fine luglio… a metà settembre! Questione di ampia portata: si scriveranno libri sulle prepotenze commesse dalla maggioranza Lega/M5S (su questo solida come una falange macedone) contro le minoranze in Parlamento.

 

Secondo.

Il cancro del nazionalismo sovranista e illiberale si diffonde per metastasi. E promette guai. Mi riferisco alla vicenda Gozi, e all’incarico che il governo francese gli attribuito per concorrere a seguire gli affari europei (nota bene: dell’Ue da riformare). Ma mi riferisco soprattutto alle reazioni: se siamo arrivati al punto che per un italiano (cioè non a caso anche europeo: vogliamo ridare un’occhiata a cosa c’è sui nostri passaporti?) collaborare col governo della Francia (o del Belgio o della Germania o della Polonia) è da considerarsi alla stregua di un tradimento e dunque suscettibile addirittura di portare alla privazione della cittadinanza, beh amici se siamo arrivati a questo punto e se non è solo un’alzata di capo di una modesta capetta di un partitino di estrema destra (Meloni, Fratelli d’Italia) in caccia di visibilità, ma ottiene il consenso del capo della maggiore forza politica in Parlamento (Di Maio, M5S)… allora qui dobbiamo cominciare a preoccuparci davvero.

Se poi aggiungiamo, per colmo della misura, che perfino all’interno del partito cui Gozi appartiene in Italia, si levano voci che mettono in dubbio l’opportunità di assumere incarichi pubblici in un paese che non è l’Italia, ma è il suo più stretto alleato e co-membro dell’UE cui entrambi appartengono (Calenda, PD e qualche altro), allora vuol dire che la tabe sovranista ha davvero attecchito.

Non è tanto e solo questione di illegittimità. Come già scritto: la legge prevede che possa essere privato della cittadinanza in caso di guerra chi lavori al servizio del nemico; oppure chi si metta al servizio di stato straniero dopo che gli si sia intimato di smettere: che so, l’ex capo dei servizi segreti che vada a lavorare per il governo russo o cinese, per capirsi (e comunque va visto se ciò sarebbe legittimo considerato che abbiamo ratificato il trattato contro l’apolidia, cioè ci siamo impegnati ad evitare decisioni che accrescano il numero degli apolidi, le persone che non hanno alcuna cittadinanza: e infatti nemmeno esistono statistiche su cittadini di nascita cui sia stata tolta la cittadinanza! staranno nelle dita di una mano: non lo so, non ho trovato dati).

La questione è più ampia. Questa è gente che vede la Francia come un nemico, perché vede l’UE tutta come un avversario: roba che nemmeno quelli di Brexit nel Regno Unito. Con questo andazzo stiamo ponendo le basi per nuovi conflitti in Europa. Una riletturina della storia europea dal 1900 al 1950 non so se sarebbe un antidoto sufficiente: ma non farebbe male.

 

Terzo.

Uno o più carabinieri dopo aver arrestato i presunti responsabili dell’assassinio di un collega (bene, bravi!) hanno commesso la leggerezza di bendare uno dei fermati e legargli le mani dietro la schiena. Trattamento ovviamente illegittimo: e quel che è peggio, fotografato e distribuito prima in chat di carabinieri (pare) poi sul web. Inevitabile indignazione generale, rischi per l’inchiesta, sputtanamento internazionale in un caso in cui (da quel che si sa oggi) le forze dell’ordine nostre erano prima vittime, poi brillanti e rapidi perseguitrici dei presunti scellerati. In questo delicato contesto un deputato PD (Scalfarotto) va in carcere, dopo qualche giorno, a verificare le condizioni dei detenuti: sia mai che ci scappi qualche altra leggerezza. Va ricordato che il rispetto dei diritti dei detenuti è un fondamento dello stato di diritto e che fra i molti doveri del parlamentare c’è anche quello di controllare che tale rispetto sia garantito. E’ stato fatto negli anni per ogni sorta di farabutti! E giustamente.

Invece anche questo diventa oggetto di speculazione politica: il prossimo passo sarà criticare i medici che soccorrono i feriti giudicati dall’opinione pubblica colpevoli di qualche efferatezza.

Ora se questa speculazione viene dai Salvini, Meloni, Di Maio e quant’altro, la cosa è deprimente ma la si deve – al punto di inciviltà cui sono arrivati – dare per scontata: ma se viene perfino dall’interno del partito cui quel parlamentare appartiene, allora non posso che concludere anche questa settimana che siamo un Paese che ha completamente perso la bussola. Una gran parte di esso non sa più cosa sia lo stato di diritto e nemmeno gliene importa.

Non avrei mai creduto di assistere a una degenerazione di tal fatta dalla quale neanche i Calenda e gli Zingaretti si salvano. Se si pensa di riguadagnar voti così non solo si rimettono in discussione valori indisponibili (si vende l’anima al diavolo), ma si fa un grande errore politico (perché in materia di sovranismo illiberale nessuno può battere i Salvini, le Meloni, e i Di Maio).

 

P.S. Chicca. La lettera della Meloni con la quale chiede a Conte di intimare a Gozi di rifiutare la nomina di chargé di mission per il Governo francese è significativa anche solo per il linguaggio: Gozi avrebbe “cambiato casacca”; Gozi si sarebbe accinto a “militare per altre nazioni”. Casacca, militare. Troppa “Gazzetta dello sport”? O peggio?

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