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Gori: da Bergamo nel cuore dell’Europa

Alberto Colombelli venerdì 24 Maggio 2019
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di Alberto Colombelli

 

 

Pomeriggio di sabato 16 marzo 2013. Con Giorgio Gori stavo rientrando a Bergamo da Bologna, dopo aver partecipato con lui ad un evento dell’allora “BoDem” poi divenuta “iDemLab” e ora “Progresso Europa Riforme”. Si presenta di fronte a noi il profilo di Città Alta e lui senza esitazione alcuna esclama “Che meraviglia!”, con un’emozione profonda e sincera che inequivocabilmente proiettava al futuro.

Da qualche mese eravamo già attivi con la nostra Associazione “InNova Bergamo” di cui era Presidente. Insieme ad altri amici, cittadini appassionati e qualificati esperti di vari ambiti, stavamo studiando il tessuto urbano della nostra città. Divisi in tre distinti gruppi di lavoro – contenitori (aree dismesse), smart city, turismo e cultura – avevamo quale obiettivo quello di “mappare” l’esistente e cercare di formulare delle concrete ipotesi di sviluppo futuro. Un impegno intenso, a cui dedicavamo senza sosta due-tre sere a settimana. Lo stupore di chi ci vedeva a distanza era che lo facevamo senza una definita prospettiva a breve termine, o meglio – nella stretta logica che aveva sino ad allora guidato la città – senza una scadenza elettorale ed un obiettivo politico dichiarato. La meraviglia invece da parte di chi era parte attiva dell’Associazione era nel vedere e nel vivere il “metodo Gori”. Un’organizzazione del lavoro sempre strettamente focalizzata sugli obiettivi, con Giorgio Gori costantemente impegnato in prima persona nel definire il piano di avanzamento. Un monitoraggio costante che non permetteva distrazioni o inversioni di rotta, una volta fissato l’obiettivo la strada era tracciata e ogni “apertura di parentesi” non utile allo scopo veniva prontamente chiusa, con Giorgio Gori attento a correggere qualsiasi deviazione non funzionale si presentasse.

Lì ho conosciuto la sua capacità di fissare gli obiettivi e di stare sulle soluzioni, così come la determinazione con cui senza esitazione alcuna è poi capace di perseguirli e raggiungerli, con una efficienza e una perseveranza davvero con pochi pari.

La sua è una forza che ispira. Perché reale e concreta. Perché sicura e senza esitazioni.

Il suo è il metodo che ha permesso a Bergamo di fare la vera differenza, permettendo alla città di ritrovarsi in quelli che sono i suoi veri valori ed ideali.

Una città a lungo riconosciuta all’esterno di fatto solo per la sua laboriosità e capacità produttiva, che dal 2014 grazie all’azione dell’Amministrazione guidata da Giorgio Gori Sindaco si vede apprezzata in modo sempre più diffuso per quella che è la sua vera storica identità – che è sì manifattura e produzione ma sicuramente anche molto altro – e come realtà proiettata sempre più in una dimensione europea.

Simbolo di questa nuova prospettiva è il riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità UNESCO delle nostre mura, raggiunto nel luglio 2017 nell’ambito del progetto seriale e transnazionale dedicato alle “Opere di Difesa Veneziane tra il XVI e XVII secolo” che ci ha visti impegnati da capofila insieme a altre due città italiane (Palmanova e Peschiera del Garda), due città croate (Zara e Sebenico) e una città montenegrina (Cattaro). Un vero progetto europeo esteso da noi fino ai Balcani capace di riproporre le nostre mura non più come opere di difesa costruite in epoca di guerra bensì come ponti per costruire la pace tra comunità diverse, espressione di un messaggio di grande valore politico e storico che direttamente arriva al cuore dell’Europa.

Una candidatura avviata sin da due amministrazioni precedenti che ha potuto beneficiare nel raggiungimento dell’obiettivo di una determinante accelerazione negli ultimissimi anni, risultato di una precisa volontà politica, di una capacità di avvalersi di sempre più estese qualificate collaborazioni, di una rafforzata rete di rapporti multilaterali con le principali istituzioni competenti e di un voluto pieno coinvolgimento di una cittadinanza che si è progressivamente sempre più sentita parte attiva di un progetto che è diventato davvero comune e diffusamente condiviso.

Partecipazione che segna il filo conduttore dell’azione amministrativa adottata, come dimostra anche il successo dell’importante progetto “Legami urbani. Rigenerare le periferie per innovare la città”, fiore all’occhiello delle iniziative dedicate dall’attuale Amministrazione comunale ai quartieri meno centrali alla ricerca di una sempre maggiore coesione sociale oltre che naturale proiezione di una campagna elettorale affrontata con una particolare attenzione proprio alle periferie, attraverso la puntuale presenza e la rigorosa conoscenza delle relative specifiche questioni territoriali che Giorgio Gori giorno per giorno ha saputo dedicare e costruire con un rigore scientifico e di approfondimento senza precedenti. Un’intuizione che rappresenta un modo di essere, di chi considera la qualità del proprio impegno direttamente dipendente dalla capacità di visione e dalla volontà di giocare in anticipo, facendosi trovare sempre pronto nel momento in cui si presenta una nuova opportunità. Proprio così Bergamo è riuscita a vedersi assegnata ben 18 milioni di euro dei fondi dedicati dal Governo alla rigenerazione delle periferie urbane, grazie ai progetti che già aveva preparato e che ora sono diventati realtà in tanti suoi quartieri.

Interventi che si aggiungono alla riqualificazione di aree dismesse che rappresentavano veri “buchi neri” nel cuore di Bergamo e che ora stanno per essere restituiti alla città attraverso progetti di eccellenza, come quelle degli ex-Ospedali Riuniti destinati alla nuova sede dell’Accademia della Guardia di Finanza e dell’ex-Caserma Montelungo in corso di trasformazione in residenza universitaria e nuovo Centro Universitario Sportivo. Progetti che bene esprimono una capacità di trasformare problemi in opportunità di importante rilancio, peraltro realizzati sostanzialmente a costo zero per il Comune, attraverso appositi accordi perfezionati con Cassa Depositi e Prestiti e rispettivamente con Guardia di Finanza e Università di Bergamo.

Così come a costo zero per il Comune avverrà il recupero dell’imponente area industriale dismessa dell’ex-“OTE” che verrà riqualificata tramite iniziativa privata, come in parte sta anche accadendo – attraverso una iniziativa di crowdfunding di successo – nella ristrutturazione in corso dello storico Teatro Donizetti.

Risultati che derivano da dimostrata capacità di gestione e conseguente credibilità conquistata sul campo da un piano di governo della città che ormai gode di un ampio e diffuso riconoscimento, anche grazie ad una ferma volontà politica di proporsi sempre con la massima trasparenza, adottata tra gli altri attraverso concorsi internazionali di aggiudicazione dei progetti che si ispirano ai più avanzati standard europei.

Tutto questo Giorgio Gori, nel suo riproporsi a Sindaco di Bergamo, sta portando con se in questi giorni in una sfida senza uguali che anche a livello locale riproduce quella che lo stesso 26 maggio vedrà in Europa per la prima volta confrontarsi due visioni nettamente distinte del nostro futuro. Una sfida culturale prima che politica, e per questo di un valore che va decisamente oltre la dimensione locale a cui si riconduce. Una sfida nella sfida collegata senza soluzione di continuità a quella contestualmente affrontata per le elezioni europee che Giorgio Gori sta affrontando come sempre ha fatto, sicuramente andando oltre ogni muro nel governare un’era di responsabilità, con una visione che va e sempre andrà al di là di ogni emergenza.

Conducendo battaglie per tenere sempre le persone al centro, come fatto con le coraggiose iniziative condotte a Bergamo contro la ludopatia e che hanno rappresentato una vera avanguardia nella lotta al problema a livello nazionale.

Cercando sempre di spendersi in prima persona nel costruire alleanze politiche e nel mantenere unite maggioranze eterogenee, come quella che a Bergamo in questi cinque anni mai ha conosciuto momenti di difficoltà.

Puntando sulla conoscenza e sull’innovazione, attraverso un’attenzione molto forte al mondo della formazione e delle imprese, con l’obiettivo di farne fondamentale leva di sviluppo nel rafforzare l’attrattività del territorio e creare occupazione.

Dedicando massima attenzione alla mobilità sostenibile e al rispetto dell’ambiente, come l’inaugurazione della nuova linea C del trasporto urbano di Bergamo – la prima integralmente elettrica su gomma con pensiline digitali a livello nazionale – ha dato ulteriore conferma.

Promuovendo sempre più un’apertura internazionale dei nostri territori, per crescere insieme e creare opportunità per tutti in ogni ambito, come la prestigiosa e senza precedenti organizzazione a Bergamo del G7 dell’agricoltura nel 2017 ha dimostrato.

Giorgio Gori è tutto questo. Insieme, in una vera missione collettiva, continueremo a mantenere accesa la speranza nel nostro futuro. In una Bergamo che, completando i progetti già in corso, è pronta definitivamente ad essere vera città europea. L’Europa riparte e si rilancia anche da qui.

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