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La vecchia sinistra e la pratica clientelare che ha sfasciato la scuola

Umberto Minopoli domenica 5 Agosto 2018
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Ma il Pd ha votato No?

L’emendamento di Leu, firmatari tutti i suoi capi, al decreto Dignità che riapre le graduatorie per assunzioni di maestri e insegnanti diplomati o abilitati è vergognoso, immorale e insultante come ( e peggio) di un condono fiscale.

 

Il clientelismo nella scuola

Perché i giovani diplomati e laureati, di ogni indirizzo scolastico, terminati, gli studi, devono cercare un lavoro, fare concorsi, emigrare all’estero, fare lavori temporanei e quelli diplomati e abilitati per l’insegnamento vengono messi in graduatorie riservate e chiuse a tutti gli altri giovani diplomati e laureati?Ingiusto e immorale.

In più: fatta una graduatoria, conferito un diritto riservato a chi ne fa parte (contro tutti gli altri disoccupati) si impone poi l’obbligo di svuotarla. E così che nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado si assume indipendentemente dai bisogni ed esigenze reali, si assume per pratica clientelare e senza alcuna considerazione delle compatibilità finanziarie.

 

Il mercato del lavoro ingessato

E’ la pratica più antica del malgoverno italiano, spalleggiato dai sindacati corporativi della scuola. Quello del “precariato” scolastico, trattato con le graduatorie privilegiate, a dispetto di tutti i precari e disoccupati con titoli italiani è il simbolo dell’Italia illiberale, che ha sfasciato la scuola: l’Italia del debito pubblico, che disprezza il mercato e le pari opportunità date a tutti i giovani.

Fa il paio nel settore pubblico e nella scuola con la penalizzazione dei contratti a termine del governo della disoccupazione: si ingessa il mercato del lavoro, si impedisce la mobilità di diplomati e laureati, si creano sacche corporative di privilegiati, si prescinde dalla qualità del lavoro offerto. Questa proposta, immonda e populista contro la “buona scuola” viene da Leu, dalla sinistra, dal sindacato scuola della Cgil?

Non c’è da merivigliarsi. E’ la sinistra della conservazione che odia il riformismo e la modernizzazione.

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