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Ma quello del G20 è un passo avanti

Umberto Minopoli domenica 31 Ottobre 2021
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di Umberto Minopoli

 

Diranno che è un passo indietro. Invece è in avanti: in direzione del realismo, della ragionevolezza, della concretezza. Il G20, mantiene l’obiettivo (prometeico) di condizionare il clima e tenerlo entro una crescita delle temperature solo dell’1,5 gradi di aumento, ma elimina l’irrazionale riferimento ad una data specifica. E parla di augurarsi questo obiettivo per la metà del secolo. E’ una svolta epocale della strategia climatica e della transizione energetica.

Le cose da fare restano e sono uguali per tutti i grandi players e i grandi emettitori: un forte sviluppo delle energie rinnovabili e, con esse, delle tecnologie di accumulo (batterie) per pararne i limiti; l’elettrificazione dei trasporti; il ricorso all’idrogeno; la crescita della quota di nucleare; il phase out progressivo del carbone; l’uso del gas come energia di transizione; lo sviluppo di tecnologie per catturare la CO2 e farne, magari, un uso utile; la trasformazione dell’agricoltura (grande bacino di emissione).

Queste cose, che tutti si impegnano a fare, sono compatibili con la crescita economica. Che, tralaltro, crea l’ambiente per sviluppare la ricerca e la tecnologia. Che sono l’unica strada vera e concreta per decarbonizzare le economie. Cappe burocratiche e vincoli e divieti temporali, per paesi che hanno diversi tassi ed esigenze di sviluppo, sono solo irrealistiche.

Il G20 abbandona l’ideologia, la pretesa di mettere le brache, fissando date velleitarie a un colossale cambiamento. Che ogni grande paese o continente ha diritto di perseguire in modo coerente con le proprie ambizioni di crescita e sviluppo economico. Finalmente si afferma il concetto che la sostenibilità ambientale, senza quella economica e sociale, è …insostenibile.

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