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Caro Matteo, ti ho sempre votato ma oggi non ti seguo

Redazione venerdì 20 Settembre 2019
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di Giulio Quercini*

 

Caro Matteo, ti ho votato in tutte le primarie, dalle prime di Firenze 10 anni fa alle ultime in cui ti abbiamo rieletto segretario del pd. Questa volta non ti seguo. Non per una vecchia idea di unità del partito, ma perché penso che nella tempesta politica che sta agitando l’Italia e l’Europa servono forze grandi non piccole case (come tu le chiami).

Il Pd può esserlo perché è il faticoso e provvisorio punto di arrivo di un processo reale di storie e culture nazionali. Lo è sia quando le posizioni che tu hai impersonato prevalgono che quando vengono sconfitte e prevalgono altri. Perchè in un partito anche le idee in minoranza continuano ad agire e a pesare. È per questo che quando si perde non si scappa con il pallone!

Le ragioni umane che tu accampi sono le tue, non le nostre che non abbiamo posizioni più o meno comode da presidiare o da abbandonare. Le ragioni politiche non riesco a capirle: idee dici, non correnti. E chi non è d’accordo, almeno fra noi iscritti ed elettori? Ma tu sei stato segretario per oltre 4 anni e le correnti hanno continuato a farla da padrone, sia per te che contro di te. E ora risolvi il problema trasformardo una corrente, la tua, in un partito (scusa, una casa).

Idee. Da quello che scrivi io ne vedo una sola: dobbiamo difendere le scelte dei mille giorni di governo e io concordo. Ma poi? Forse dobbiamo anche chiederci perché non sono bastate e soprattutto dirci che comunque non bastano alla politica del futuro cui ti appelli. Per il resto metti in fila slogan che potrebbero fondare un qualche gruppo di meditazione e di riflessione, non un soggetto politico.

Vuoi ripartire dall’entusiasmo degli inizi. Ma l’entusiasmo, almeno per quanto riguarda me, non riparte come se le delusioni, le sconfitte e gli errori di questi anni non ci fossero stati. Per fare come Macron bisogna avere l’immagine della speranza e del successo, non le ferite e i cerotti che tu inevitabilmente ti porti addosso. In questo caso per ripartire – come tu sicuramente avresti potuto fare date le tue grandi qualità – sarebbero occorsi pazienza, studio, ascolto. Non è roba per te e io temo che così finirai per fare danni a te stesso, alla sinistra riformista e al paese.

 

*Parlamentare nella X Legislatura, ex capogruppo Pci e Pds alla Camera dei Deputati ed ex segretario regionale Pci Toscana. Tra i membri storici di Libertà Eguale

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