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Davvero Milano non restituisce nulla all’Italia?

Filippo Barberis mercoledì 13 Novembre 2019
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di Filippo Barberis

 

Non ho condiviso le parole del Ministro Provenzano in particolare quando ha dichiarato che Milano «non restituisce nulla all’Italia». Non c’entra nulla la lesa maestà e non sottovaluto certo la forza magnetica che esercita Milano anche rispetto ad altri territori. Credo però sia profondamente sbagliato e ingiusto affrontare il tema in termini di egoismo della nostra città, dipingendo Milano come una città fortezza circondata da «fossati» che la separano dal resto del Paese. Milano da un lato attrae dal mondo persone e risorse che altrimenti non verrebbero in Italia e le mette in contatto con l’Italia, dall’altro attrae persone e risorse da altre parti d’Italia che altrimenti andrebbero all’estero. Milano è luogo di formazione ed emersione di talenti che contribuisce in modo decisivo alla costruzione della classe dirigente nazionale, Milano è una fucina di servizi per persone e imprese, Milano genera risorse finanziarie che mette in circolo, soprattutto in Italia (e non mi riferisco certo solo al plurimiliardario residuo fiscale).

Milano è un ponte tra l’Italia e il mondo, un ponte tra i più solidi di cui dispone il Paese (Expo in questo ne è stato l’ultimo chiaro esempio) ed è la dimostrazione che anche in questo Paese, a parità di regimi normativi e fiscali, possono essere fatte cose eccellenti su tanti fronti (solidarietà, generazione di impresa, innovazione tecnologica, attrazione di investimenti e di giovani dal mondo, trasporti, ambiente, cultura e via dicendo).

Milano è una casa aperta e già abitata da cittadini di ogni parte d’Italia e, sempre più, di ogni parte del mondo. Questo è uno dei suoi punti di forza e uno dei segreti della sua resilienza. Come amministratori cerchiamo ogni giorno di conoscere meglio la nostra città, di lavorare per affrontarne e superarne i molti problemi e limiti tenendo sempre fermo un punto: Milano è un patrimonio non solo per i milanesi ma per l’Italia, Milano esercita una funzione nazionale e la qualità del governo locale ha effetti che vanno ben oltre i confini comunali.

In questi anni abbiamo più volte chiesto maggiore autonomia avendo ben chiaro che dotare la nostra città di un sistema di poteri adeguato alle proprie specificità, capace di accompagnarne in modo più efficace lo sviluppo, avrebbe giovato non certo solo ai Milanesi ma all’Italia. Per tutte queste ragioni il mio invito al Ministro Provenzano è di lasciar perdere l’immagine del fossato e la categoria della non restituzione, che poco c’entrano con la storia e il presente della nostra città, per concentrarci, insieme, su come rafforzare l’impatto positivo che Milano può avere sul Paese sperando di avere presto occasione di incontrarci.

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