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La rinascita socialista di Raphaël Glucksmann in Francia

Alberto Colombelli lunedì 20 Maggio 2024
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di Alberto Colombelli

 

La differenza nelle prossime elezioni europee può venire come nel 2019 dalla Francia.

Ma questa volta non da Emmanuel Macron.

La buona notizia in questa occasione è per tutta per il PSE.

Grazie a Raphaël Glucksmann, filosofo e scrittore, Eurodeputato del Gruppo dei Socialisti e democratici dal 2019, nei sondaggi sulle intenzioni di voto i socialisti francesi resuscitano, con una proiezione fino ad una percentuale di consenso doppia rispetto a quella che raccolsero alle Europee del 2019, prossima a quella del tracollo delle politiche del 2017, quando avevano ricevuto il 7,4 per cento dei voti (cinque anni prima erano ancora il primo partito di Francia col 29 per cento).

Con un 13,5 per cento di intenzioni di voto, la lista capeggiata da Raphaël Glucksmann ha ora quasi chiuso la forbice col partito del Presidente Emmanuel Macron (Renaissance) e per  molti elettori rappresenta unancora di salvezza per il campo progressista, non solo per la Francia ma per lintera Europa.

Il dato è quello attribuito nel sondaggio di Ifop-Fiducial, diffuso il 2 maggio scorso, alla “liste du Parti socialiste et de Place publique”, guidata da Raphaël Glucksmann, collocandola al terzo posto assoluto dietro alla “liste du Rassemblement national” (31%) e alla “liste de Renaissance, du Modem, d’Horizons et de l’UDI” (16,5%) nonché davanti alla “liste de La France Insoumise” (7,5%) e alla “liste des Écologistes” (7,0%).

Questi dati hanno acceso il dibattito politico in Francia, con momenti di alta tensione sfociati nel corso delle celebrazioni del Primo Maggio per la Festa dei lavoratori, dove a Saint-Étienne lo stesso Raphaël Glucksmann è stato espulso dal corteo su iniziativa di alcuni manifestanti con posizioni radicali nei suoi confronti, in un clima che ha indicato essere stato alimentato da una campagna denigratoria promossa nei suoi confronti da posizioni massimaliste de La France Insoumise che pretende di disporre di un diritto di esclusiva sulla sinistra.

Nella sua risposta a questo attacco personale, che arriva fino a questioni legate alla sua origine ebraica ashkenazita, Raphaël Glucksmann ha detto di rivendicare e rappresentare la sinistra socialista di Jacques Delors che contribuì alla costruzione e all’evoluzione dell’Unione europea, alla quale si ispira e alla quale vuole restare fedele.

Una sinistra umanista, pro-europea e che non si lascia impressionare dalla violenza.

Lo dice negli stessi giorni in cui un altro eurodeputato del suo stesso Gruppo come Matthias Ecke della SPD tedesca a Dresda è stato gravemente ferito da esponenti di estrema destra in piena campagna elettorale.

Lo dice alla vigilia del centenario del delitto di un grande socialista riformista quale fu Giacomo Matteotti, vittima in Italia del fascismo, rapito e ucciso a Roma il 10 giugno 1924.

Raphaël Glucksmann ha proprio così, con estremo coraggio, respinto qualsiasi tentativo di essere coinvolto in uno scontro politico che definisce deleterio e pericoloso, ricordando quanto sia concreto il rischio che la violenza delle parole si possa poi trasformare in violenza dei fatti, invitando tutti a stare esclusivamente sull’oggetto di queste elezioni europee, che è l’Europa.

“Serve tornare a un dibattito repubblicano, in cui si possano avere posizioni opposte e anche dibattere in maniera molto radicale sulle divergenze, ma ci sono dei limiti e su questo bisogna essere molto fermi.” (Raphaël Glucksmann, France 5, Ça vous, 2 maggio 2024)

Così Raphaël Glucksmann sta conducendo con la sua lista “una campagna che è un antidoto a questa brutalizzazione permanente del dibattito pubblico. La nostra è una campagna entusiasta, in cui noi parliamo di Europa, di solidarietà sociale, di trasformazione ecologica, per tutti. E ci sono migliaia di persone che ci raggiungono ad ogni nostro evento pubblico.”.

Raphaël Glucksmann lo sta facendo peraltro con la credibilità di chi in questa legislatura europea ha presieduto la Commissione speciale del Parlamento europeo contro le ingerenze straniere, condotta con questo preciso “J’accuse” che si trova nel suo libro “La Grande Confrontation” (Allary Editions, 2023):

“La guerra della Russia contro lUcraina non è iniziata il 24 febbraio 2022 e nemmeno nel 2014 con lannessione illegale della Crimea e il conflitto nel Donbas. Non è nemmeno una guerra limitata allUcraina: è il grande scontro” lanciato dal regime di Vladimir Putin contro lEuropa, loccidente e le democrazie, che i leader europei non hanno voluto vedere e comprendere per 20 anni, continuando ad alimentare la bestia” fino a compromettere la nostra stessa sicurezza e la nostra stessa sovranità”. Il rischio ora è fare troppo poco e troppo tardi per la resistenza ucraina in difesa dellEuropa e di replicare lo stesso errore fatto con Putin con la Cina di Xi Jinping. Il grande scontro “è cominciato con larrivo al potere di un clan che era mosso da un odio viscerale che abbiamo sottovalutato per più di 20 anni contro le nostre democrazie e contro il progetto europeo in quanto tale”, spiega Glucksmann: Il cuore di questo progetto era la revisione dellarchitettura di sicurezza che strutturava la pace e la stabilità in Europa” per cancellare la sconfitta nella Guerra fredda e vendicarsi sulloccidente.”  (David Carretta, Il Foglio, intervista, 21 aprile 2023)

Quello di Raphaël Glucksmann è un un atto daccusa contro quella politica degli Stati europei che, nelle loro relazioni con Putin, hanno fallito nella loro missione per cupidità o per ingenuità, per culto del profitto o per religione del comfort”.

Quella di Raphaël Glucksmann è una missione per una nuova Europa, libera da una realpolitik inadeguata, inopportuna e controproducente .

Quella di Raphaël Glucksmann è una nuova Unione europea finalmente più sovrana, più politica e più democratica, oggi una visione di speranza nel nostro futuro, insieme.

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