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Massimo D’Alema: triste, solitario y final

Marco Campione giovedì 20 Dicembre 2018
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di Marco Campione

 

Caro Massimo,

una sola cosa, ma fondamentale per la mia formazione politica, mi hai insegnato: un metodo fatto di raffinatezza dell’analisi, ossessione maniacale per l’approfondimento, disprezzo per le ricostruzioni abborracciate e caricaturali.

Pensavo fossero legittime divergenze d’opinione a portarci in case politiche diverse.

E invece ti sei ridotto alla caricatura di te stesso, rinnegando tutto quello che mi hai insegnato ad amare del “fare politica”.

Ti sei ridotto a impersonare tutto quello che hai sempre disprezzato: superficialità e partigianeria.

E il fatto che la stragrande maggioranza dei politici faccia altrettanto un tempo l’avresti considerata un’aggravante.

Caro Massimo, della tua sottile ironia è rimasto solo il sarcasmo, della tua raffinata arroganza è rimasta solo la spocchia aristocratica, dei tuoi “dalemoni” è rimasto solo il criceto che gira a vuoto nella ruota per rincorrere i suoi fantasmi.

Triste, solitario y final.

 

Con malinconia,

Marco.

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