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Biden vs Trump: ecco quello che ci aspetta

Alessandro Maran giovedì 14 Settembre 2023
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di Alessandro Maran

Dall’attentato alle Torri gemelle sono passati 22 anni e manca un anno alle elezioni presidenziali americane del 2024. Ad un anno dal voto la competizione si annuncia serratissima. Secondo l’ultimo sondaggio della CNN (condotto da SSRS), in uno scontro diretto tra il presidente Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump, non emerge un chiaro vincitore (https://www.documentcloud.org/documents/23940784-cnn-poll).

Stando a Ronald Brownstein dell’Atlantic, quattro fattori influiranno in modo determinante sul risultato. Due sono a favore di Biden, ovvero i tentativi di Trump di rimanere in sella dopo aver perso le elezioni del 2020 (e la recente serie di incriminazioni) e la decisione della Corte Suprema che ha ribaltato la storica sentenza Roe v. Wade, che stabiliva il diritto costituzionale all’aborto negli Stati Uniti dal 1973. Gli altri due sono a favore di Trump: l’inflazione e l’età di Biden (che ha un anno in meno di Mattarella e un anno in più di Mick Jagger). Solo tre anni più giovane, Trump non sembra affrontare lo stesso problema tra gli elettori riguardo alla propria età, scrive Brownstein (https://www.theatlantic.com/…/trump-2024…/675202/).
Cosa cosa significa questo per il resto del mondo? Molti dei partner degli Stati Uniti in Europa appaiono parecchio a disagio riguardo alla prospettiva di un ritorno di Trump alla Casa Bianca – anche per quel che potrebbe significare per l’Ucraina – specie se si considera che il primo mandato di Trump è stato caratterizzato da incessanti frustate politiche, dall’amicizia verso il presidente russo Vladimir Putin, dal rifiuto di consegnare i missili anticarro Javelin all’Ucraina rincorrendo un favore politico e da continue intimidazioni nei confronti degli alleati di lunga data (https://edition.cnn.com/…/trump-factor…/index.html?).

Su Foreign Affairs, Daniel W. Drezner sottolinea un punto importante riguardo ad una possibile seconda presidenza Trump: i consiglieri più esperti stavolta potrebbero non aderire a un altro round di Trump, lasciandolo libero di perseguire i suoi impulsi più estremi. Drezner scrive: “È improbabile che il team di politica estera di Trump comprenda qualcuno con una significativa e comprovata esperienza di leadership nella diplomazia o nell’esercito in grado di mettere un freno alle sue idee più folli: in altre parole, non ci saranno più adulti nella stanza. Non ci sarà James Mattis, il segretario alla Difesa durante il primo mandato di Trump, e nemmeno un John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale, a dissuadere Trump dalle sue azioni avventate o a convincerlo che non può bombardare il Messico o che non è in grado di porre fine all’invasione russa dell’Ucraina in un solo giorno. Il secondo mandato di Trump somiglierebbe molto da vicino ai caotici ultimi mesi del primo mandato di Trump, quando il 45esimo presidente arrivò sul punto di bombardare l’Iran e di ritirare unilateralmente tutte le truppe statunitensi da tutta una serie di zone problematiche come la Somalia e la Siria. … un funzionario europeo ha paragonato un secondo Trump al Terminator del secondo film della serie, che presentava un assassino cyborg ancora più letale e sofisticato dell’originale interpretato da Arnold Schwarzenegger” (https://www.foreignaffairs.com/…/bracing-trump-possible…). Il sequel (del 1991) si intitolava appunto “Il Giorno del Giudizio”.

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