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Dieci piccoli interrogativi sulla riforma

Salvatore Curreri mercoledì 1 Novembre 2023
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di Salvatore Curreri
1) Perché un Presidente del Consiglio eletto direttamente dagli elettori dovrebbe continuare a chiamarsi così?
2) Perché precisare che il sistema elettorale dovrebbe basarsi sui “principi di rappresentatività e governabilità” se tali principi possono essere presenti in formule elettorali sia proporzionali che maggioritarie?
3) Perché mantenere la base regionale del Senato se il premio di maggioranza verrà assegnato a livello nazionale?
4) Perché stabilire che “il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura” se potrebbe presentarsi in entrambe e scegliere in quale essere eletto?
5) Perché un Presidente del Consiglio eletto a suffragio universale e diretto dovrebbe presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia? Non ha forse la Corte costituzionale precisato che la scelta dell’elezione diretta (del Presidente della Regione) ha quale sicura conseguenza l’impossibilità di prevedere una iniziale mozione di fiducia (sentenze 372/2004, 379/2004 e 12/2006)?
6) Perché “nel caso in cui non venga approvata la mozione di fiducia al Governo presieduto dal Presidente eletto, il Presidente della Repubblica rinnova l’incarico al Presidente eletto di formare il Governo”? Abbiamo finora scherzato? Riprova: sarai più fortunato? Accanimento terapeutico?
7) Perchè un Presidente del Consiglio eletto direttamente non può nemmeno scegliersi e revocare i ministri? Non si è voluto mettersi contro il Quirinale?
8) Perché un Presidente del Consiglio eletto non può chiedere lo scioglimento delle camere per dissuadere la sua maggioranza da aprire crisi di governo oppure per difendersi da essa appellandosi agli elettori?
9) Perché si crede di potersi difendere dai c.d. ribaltoni sostituendo il Presidente del Consiglio eletto direttamente con un parlamentare della sua maggioranza che s’impegni a portare avanti il suo programma politico quando è notorio, sulla base dell’esperienza costituzionale, che un parlamentare potrebbe cambiare casacca e accusare i suoi ex alleati di aver tradito gli impegni elettorali? L’esperienza del passaggio del Conte I al Conte II non ha insegnano nulla?
10) Perché escludere la possibilità, in caso di crisi, di governi guidati da non parlamentare che hanno consentito, in difficili tornanti della nostra storia, di affrontare emergenze come quella finanziaria del 2011 o pandemica del 2022?
Semplicemente perché la montagna ha partorito il topolino.
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