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di Umberto Minopoli

 

Il Pd chiede scusa per le riforme fatte da Renzi. Il governo ringrazia, corregge e controriforma. Un altro pezzo della Buona Scuola del governo Renzi è caduto. Nel silenzio del Pd.

Raccogliendo la richiesta corporativa dei sindacati dei doventi, i dirigenti scolastici non potranno più gestire in autonomia, efficienza e qualità della spesa le scuole italiane. Si torna al passato.

I docenti non possono più essere mossi dal posto dove sono. Ne diventano i proprietari (ovviamente i veri proprietari ridiventano i sindacati e le organizzazioni dei docenti).

Tornano clientelismo e corporativismo. Ecco perché, da destra e da sinistra, hanno combattuto la buona scuola del governo Renzi. Per difendere, contro l’autonomia scolastica, il potere delle burocrazie sindacali.

Si cancella il principio più moderno e innovativo per salvare la scuola italiana: l’autonomia scolastica. E’ il ritorno della “vecchia scuola”, della burocrazia ministeriale, dell’arroganza corporativa e clientelare del peggiore sindacalismo pubblico. E pensare che questi reazionari e restauratori del vecchio osano chiamarsi “governo del cambiamento”.

E Zingaretti e Martina chiedono scusa.

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