LibertàEguale

Digita parola chiave

Giuseppe Conte e la Caporetto dell’antipolitica

Pietro Ichino lunedì 7 Febbraio 2022
Condividi

di Pietro Ichino

 

Durante la settimana dell’elezione del CdS il contrasto fra l’inefficacia del comportamento velleitario e avventato del leader M5S e l’efficacia del comportamento di due politici di razza è emerso con evidenza: uno non vale uno

Nei giorni della caotica elezione del Capo dello Stato tutti hanno potuto toccare con mano che “la classe (politica) non è acqua”. Le capacità, la conoscenza dei meccanismi istituzionali e l’esperienza indispensabili perché un’azione politica sia efficace non si acquistano dall’oggi al domani.

Nella settimana tra il 24 e il 30 gennaio tutti hanno visto il leader del M5S Giuseppe Conte parlare troppo e muoversi su un terreno minato in modo ingenuo e goffo, giocare avventatamente carte diverse su tavoli diversi, oltretutto senza informarne Enrico Letta, che in partenza era suo alleato; poi commettere per pura vanità un errore clamoroso: quello di raggiungere un ipotetico accordo con lo stesso Letta e Salvini sul nome di Elisabetta Belloni e cinque minuti dopo bruciarlo dandolo in pasto ai social media prima ancora che l’intesa avesse potuto consolidarsi.

Tutti hanno visto, invece, l’abilità con cui i leader di PD e IV Letta e Renzi hanno perseguito il loro comune obiettivo principale (l’elezione di Draghi) e il piano B (quello alla fine risultato vincente: B non certo per un suo minor valore, ma solo per la forte contrarietà del candidato Mattarella!) mantenendo bassi i toni, giocando di rimessa ed evitando che i due nomi potessero diventare dei candidati di bandiera.

In quella settimana il contrasto fra l’inefficacia del comportamento velleitario e avventato dell’“impolitico” leader M5S e l’efficacia del comportamento di due politici di razza è emerso con evidenza solare.

Così come è emerso il contrasto fra l’inettitudine politica del leader del M5S e l’abilità acquisita pian piano, con intelligenza e anche umiltà, dal suo antagonista interno, Luigi Di Maio.

Non è un caso: Giuseppe Conte è stato scelto come leader da un altro analfabeta politico: il Garante Beppe Grillo. Ed è sotto gli occhi di tutti la catastrofe del M5S prodotta dal combinarsi di due così gravi imperizie.

La politica ha le sue regole che il quivis de populo non conosce; e richiede qualità personali che sono necessariamente pochi ad avere: per questo, al dunque… uno non vale uno.

 

Tratto da www.pietroichino.it

 

Tags:

Lascia un commento

L'indirizzo mail non verrà reso pubblico. I campi richiesti sono segnati con *