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di Umberto Minopoli

 

lenin

7 novembre 1917/2017: 100 anni fa

 

Io ci ho creduto. Per 40 anni della mia vita. Mi sono formato nel mito dell’Ottobre. E, forse, della potente bellezza dei suoi simboli non mi libererò mai. Forse non ne ho più il tempo. Sono stati la mia giovinezza e la mia maturità. Ma sulla Rivoluzione d’Ottobre, un secolo dopo, la verità, vi prego, la verità…
Fu la più bugiarda commedia della storia moderna, un colpo di teatro ben riuscito e dalle conseguenze epocali tragiche per l’umanità. Oggi ai miei figli l’evento che mi segnò la vita e mi fece comunista, lo racconterei così.
Primo: quella del novembre 17 (Ottobre per il calendario russo) non fu una rivoluzione. Fu un push. I comunisti non rovesciarono un regime feudale. Lo zarismo era stato abbattuto otto mesi prima, a febbraio. E lo zar aveva abdicato. La vera rivoluzione fu a febbraio 17 e non ad Ottobre 17. E la fecero socialisti e liberali. Non i comunisti. Ma io, per decenni, ho denigrato la ‘rivoluzione di febbraio’ come ‘borghese’.
Secondo: l’Ottobre rosso rovesciò non un regime reazionario, come ho sempre pensato, ma un governo ‘proto-democratico’, formato da partiti ( socialisti, liberali, nazionalisti, democratici) che avevano guidato e vinto la vera insurrezione in Russia, quella del febbraio. Quel governo era fragile e debole. E, certo, non popolare. Ma venne liquidato dai comunisti con l’aiuto di una potenza nemica della Russia e per due ragioni: per costringere la Russia a piegarsi alla Germania e per capitalizzare il malessere dei contadini, poveri e affamati dalla guerra. La Russia divenne URSS e non conoscerà mai la democrazia. Se non fossero stati liquidati, con un colpo di Stato, i socialisti e i liberali, la storia del 900 forse sarebbe stata più umana. E meno sanguinosa.
Terzo: il 7 novembre 17 l’unica cosa che a San Pietroburgo non era nelle strade furono le masse. Tutto diverrà bugia di quel giorno. Ogni atto e cosa di quel giorno furono… a salve: dall’innocuo colpo di cannone dell’incrociatore Aurora che, secondo la leggenda, scatenò l’assalto al Palazzo d’Inverno di soldati e operai, alle sparute 100 persone che, da un ingresso secondario e indifeso, penetrarono un palazzo vuoto e abbandonato. Una pantomima. Anni dopo quel giorno Stalin con l’aiuto di Eisenstein, creò l’iconografia secolare di quelle giornate: le masse in rivolta, l’assalto al palazzo d’Inverno di soldati e operai, le arringhe di Lenin, le infuocate e popolose assemblee dei Soviet. Un film, foto taroccate ( senza già il povero Trotskij, uno dei capi putchisti). Propaganda.
Quarto: portati dall’estero in Russia dai potenti imperialisti tedeschi, per costringere la Russia a chinare il capo e alla sconfitta bellica, comunisti eseguirono un compito odioso: imporre la vittoria tedesca, liquidare il governo democratico e legittimo, smentire le promesse fatte ai contadini e avviare un regime dispotico e spietato. Forse molti di voi troveranno scontate e normali queste verità sulla storia di quel 7 novembre ma, credetemi, per quasi 70 anni fu imposta una falsa verità, un atto di propaganda e un’aberrante bugia. Cosa resta dell’Ottobre? Niente, direbbe uno scrittore napoletano che non c’è più, ‘il resto di niente’. Ma io e molti di noi ci credemmo… a lungo, troppo a lungo!

 

 

Ps: non so perché, ora che la magia è scomparsa da tempo, è in questa magnifica lirica di Battiato, la mia rivoluzione d’Ottobre. C’è la mia generazione, la commozione che resta della mia storia, la nostalgia della giovinezza, i libri, le passeggiate (ne ho fatte tante) di notte sui canali di Leningrado, la prospettiva Newskij o l’Arbat di Mosca, le illusioni, gli amori , le sezioni del mio Pci , la dedizione al Partito, la bellezza dei simboli, il passo delle guardie rosse e l’oscurità livida delle loro armi… un mondo che fu. E anche il mio.

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