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Minoritaria o maggioritaria: ritorna il dilemma della sinistra

Mario Rodriguez martedì 8 Dicembre 2020
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di Mario Rodriguez

Nella diretta del Corriere.it che presentava il nuovo numero della rivista ItalianiEuropei – ho sentito sostenere da Massimo D’Alema che la sinistra (che diventa un soggetto unico e fornito di una sua specifica intelligenza) per la smania di cercare il 51% avrebbe indebolito la sua capacità di rappresentare almeno quel 30% che, in qualche modo, secondo questa visione, le spetterebbe forse naturaliter.

Lasciamo agli storici ragionare se sia possibile almeno in Italia parlare di una sinistra così omogenea e così dotata di coscienza e intelligenza autonoma, come se fosse un individuo. Da tanto mi chiedo: ma Saragat e Nenni erano parte di questa sinistra o lo era solo Togliatti? Il centro sinistra (DC – PSI – PSDI – PRI), fieramente osteggiato dall’opposizione comunista, va considerato parte di quella stagione socialdemocratica di cui gli oppositori di allora sono diventati i più strenui difensori di oggi? Ma lasciamo perdere queste rappresentazioni idealizzate e lontane dalla storia materiale della Repubblica fatte solo a scopi di polemica politica.

Mi chiedo perché si può avere una identità definita solo se ci si accontenta di rappresentare una minoranza della società? Perché se si ambisce a rappresentarne una più ampia quota dell’elettorato questo non sarebbe possibile? Se la difficoltà è legata alla crescente complessità della nostra società questa dovrebbe valere per il 50% come per il 30% dell’elettorato.

Allora la questione sta nella natura della proposta che deve guardare a rappresentare una maggioranza più ampia, quella sufficiente o necessaria per governare o dare stabilità al governo del paese. Questo mi pare voglia intendere chi, come Renzi, ragionando sulla vittoria di Biden, dice che le elezioni americane confermano che “si vince al centro”. Il problema quindi non è quanti elettori aspiriamo a rappresentare ma con quale proposta. E la proposta non può che essere quella capace di intercettare aspettative ampie, differenziate, plurali. Una proposta veramente democratica che sa incontrare le aspettative (queste sì differenziate e differenti, a volte persino tra loro contraddittorie) e che con umiltà raccoglie queste attese nella società, le fa esprimere. Non pretendere di conoscere a priori quali sono le loro aspettative.

Qui sta il problema maggiore dei prossimi mesi se non anni: la maggioranza degli elettori italiani, nonostante quello che sta determinando la pandemia e nonostante le tante elargizioni, ristori e contributi del secondo governo Conte, non sembra dare fiducia alla sinistra che pure governa.

Ma delle ragioni del perché questo avvenga i maggiori partiti di governo non sembrano preoccuparsi anzi per qualcuno, il ministro Speranza, “il vento che cambia sui beni pubblici fondamentali” aprirebbe nuovi spazi di consenso.

Una volta Brecht parlando delle rivolte operaie contro il regime nella Berlino Est del dopoguerra, scrisse “Non sarebbe/ più semplice allora che il governo/ sciogliesse il popolo e/ ne eleggesse un altro?”. (La soluzione, 1953, di Bertolt Brecht, in Poesie 1933-1956, Torino, Einaudi 1977).

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1 Commenti

  1. Piero martedì 8 Dicembre 2020

    Certo Rodriguez. è la proposta che manca, che è latente nel mondo della sinistra italiana e europea. perchè è òa sinistra europea che dovrebbe incontrarsi, scontrarsi, dialogare confrontarsi e qui nel ns continente trovare proposte a livello di UE e a livello nazionale che con le dovute differenze per le diverse realtà abbiano tutte una proposta di ‘sinistra’ nell’Italia del XXI secolo!

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