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Terrorismo: se Macron dice basta alla dottrina Mitterand

Umberto Minopoli sabato 1 Maggio 2021
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di Umberto Minopoli

“Voi rinunciate a compiere reati in Francia e noi vi regolarizziamo”. Così spiega, sul Corsera, la dottrina Mitterand uno dei suoi ideatori, il “grande avvocato di Francia” Jean Pier Mignard, difensore di ex terroristi italiani.

Niente della pappa ideologica, “manifestazione di tolleranza e garantismo liberale”, con cui l’hanno dipinta intellettuali e artisti malpancisti sul “duro atteggiamento” dello Stato italiano, a loro dire “troppo repressivo” (con le leggi di emergenza) verso l'”antagonismo politico” (espressione italiana che, secondo i malpancisti, allevierebbe la natura criminale e delinquenziale dei terroristi).

Non era così. Mignard rivela che la dottrina Mitterand non aveva niente di ideale garantismo. Era un cinico scambio tra lo Stato francese e i terroristi: “voi rinunciate a colpirci in Francia e noi vi diamo protezione”. E Mignard confessa che questo scambio è stata una costante della politica francese, in tutto il dopoguerra, verso i foreign fighters di tutte le colorazioni, di destra e di sinistra.

Questa versione della dottrina Mitterand, finalmente svelata nella sua essenza di “scambio con fuorilegge”, di cinismo e opportunismo egoistico e nazionalistico, privo di principi (specie di quelli attribuitegli dagli ammiratori italiani del garantismo francese) si presta, però, a due considerazioni.

La prima: che non gli è servita a niente, visto che negli anni del terrorismo islamico, la “garantista” Francia è stata falcidiata dai criminali.

La seconda: che adottare lo scambio verso terroristi macchiatisi di reati in un paese amico, alleato ed europeo era, oltre che odioso e offensivo per l’Italia, doppiamente illegale: calpestava le leggi italiane e contravveniva ad un minimo rispetto della comune appartenenza al concerto europeo.

Se Macron, davvero, confermerà che la dottrina Mitterand è archiviata, gli va dato un merito storico.

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