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Il Def gialloverde? Moltiplicatore basso e tasse alte

Enrico Morando martedì 23 Aprile 2019
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di Enrico Morando

 

Il “moltiplicatore fiscale” descrive la variazione del Pil in risposta a cambiamenti della politica di bilancio: se il moltiplicatore della spesa è maggiore di uno, ad esempio, una riduzione di spesa pubblica pari ad uno genererà una caduta del Pil più grande di uno…

Gli economisti litigano da sempre sulla dimensione del moltiplicatore. E qualche volta anche sul suo segno: se cioè una certa scelta provochi un aumento o una riduzione del Pil.

Lasciando la teoria ai teorici, non è inutile leggere ciò che il Governo gialloverde stesso scrive, nel DEF, sugli effetti delle sue due fondamentali scelte di bilancio: Quota 100 e Reddito di cittadinanza.

 

Cominciamo dalle dimensioni dell’aumento di spesa.

 

A pagina 61 del Def (prima sezione) il Governo fornisce il dato preciso: “maggiori spese complessive per circa 133 miliardi nel triennio…. In particolare, si segnalano gli oneri per l’introduzione del reddito di cittadinanza e quota 100”.

A fronte di questo ingentissimo aumento di spesa corrente, qual è – nel triennio – l’effetto sul Pil che il Governo stesso programma di ottenere? La risposta precisa si legge a pagina 35 del DEF (sezione prima, tavola R1).

 

Il Reddito di cittadinanza – secondo il Governo – determina un aumento del Pil pari

a 0,2% nel 2019,

allo 0,2 nel 2020,

allo 0,1 nel 2021

e allo 0,0 nel 2022.

 

Per Quota 100, la risposta del Governo si legge a pagina 37 dello stesso DEF (tavola R1):

0,0% del Pil nel 2019,

0,1 nel 2020,

0,1 nel 2021,

0,0 nel 2022.

 

È dunque il Governo – non l’opposizione – a mettere per tabulas che le sue due fondamentali scelte di bilancio sono sostanzialmente prive di effetti positivi sulla crescita.

 

Non basta.

A pagina 7 del DEF il Governo chiarisce da dove vengono, almeno in parte (il resto è maggiore deficit), le risorse per finanziare i 133 miliardi di spesa aggiuntiva: “La legislazione vigente in materia fiscale viene confermata nell’attesa di definire misure alternative…”.

Traduzione: il Bilancio a legislazione vigente finanzia le maggiori spese con un enorme aumento della pressione fiscale (soprattutto IVA). “Nell’attesa” di che?

Loro non rispondono, ma non è difficile farlo al loro posto.

In attesa di… prendere d’assalto le cosiddette “spese fiscali” – cioè, le detrazioni e deduzioni Irpef (bonus 80 €; detrazioni per ristrutturazioni edilizie, ecobonus e sisma bonus; esenzioni per alcune tipologie di pensioni; ecc.).

Oppure, in attesa di… riaprire la questione della appartenenza dell’Italia all’euro (vedi le polemiche di queste settimane sulla “proprietà” dell’oro di Banca d’Italia).

 

Uno strumento per fermarli ci sarebbe: il 26 maggio scegliere i riformisti.

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