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di Elisabetta Corasaniti

 

Pare si possa iniziare ad intravedere una fine alla vergognosa vicenda della nave Diciotti. 

 

Il migrante come nemico

La tragicomica farsa di una nave militare italiana (della Guardia Costiera) con 170 naufraghi a bordo, cui è stato impedito lo sbarco in un porto italiano per l’infallibile volontà del Ministro dell’Interno, il ‘chiuditore’ di porti Salvini«Non ho dato né darò alcuna autorizzazione allo sbarco dei migranti sulla nave Diciotti, finché non avrò certezza che i 177 andranno altrove».

A quale titolo e perché il ministro dell’interno Salvini può impedire ad una nave della Guardia Costiera di entrare in un porto italiano? Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Toninelli per motivi la cui logica mi sfugge, come corpo morto tace.

In realtà, il “clandestino”, nella logica del bullo populista rappresenta il paradigma più semplice nella costruzione del “nemico”, prima da combattere e poi da espellere. I nemici-migranti appaiono così un insieme amorfo e indistinto non parte della nostra stessa umanità, dove ognuno ha un volto, una storia e un nome.

Solo ‘incipit’ per creare consenso

La capacità di Salvini è di creare sempre e solo le suspense tipiche degli incipit.  Il suo scopo è di scrivere pagine di soli inizi, di momenti di alta tensione e attenzione legati alla manutenzione del consenso politico con mezzi comunicativi utilizzati in modo splendido e a costo zero ma con una utilità marginale altissima.

L’incipit è il momento in cui tutte le speranze del lettore non sono ancora state disattese dallo scorrere della storia, il momento in cui il romanzo che si sta iniziando può prendere la forma di tutti i romanzi possibili. Poco importa che la storia finisca con la CEI (conferenza Episcopale Italiana) che, in territorio italiano, si accordi con il Viminale per ‘prendere’ un centinaio di migranti, nel rumoroso silenzio degli pseudo amici europei di Salvini e Di Maio.

E’ l’utopia di poter scrivere tutti i romanzi possibili, con la faciloneria dell’inventare teorie e scenari che non hanno nulla a che fare con la realtà empirica ma che rispondono alla realtà percepita

 

I diritti umani come ingombro

E’ la rappresentazione di un potere che non considera i diritti umani come prerogative che non possono essere soppresse, ma piuttosto come un ingombro che impedisce il normale svolgimento dei calcoli politici di parte, con un linguaggio spesso impreciso e fraintendibile nella rincorsa a chi la spara più grossa. Se c’è una limitazione della libertà che può sembrare un sequestro, se viene posta in essere per adempiere ad un dovere, è come se si scriminasse il reato” ha dichiarato l‘avvocato e ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno a InOnda, programma di La7.

Una sempiterna propaganda elettorale che cavalca e amplifica gli istinti più beceri dell’animo per la bieca ricerca di consenso.

Una costante ricerca del nemico: prima i meridionali, ora l’Unione Europea, ora Renzi e il PD, ora i migranti. Chi sarà il prossimo? Risuonano fragorose parole di altre epoche eppure così attuali: “ []Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”

Una perenne campagna elettorale (contro lo Stato di diritto)

E’ l’antropologia dell’indifferenzaun gioco che esula da qualsiasi responsabilità. Il gioco vale sempre la candela, perché il nemico non conta. Centocinquanta persone private della propria libertà e a tutti gli effetti imprigionate, a causa dell’inumana forzatura di una perenne campagna elettorale.

Come ha egregiamente spiegato il Prof. Morelli, “al di là del caso specifico, l’atteggiamento di sfida del Ministro sembra esprimere proprio questa idea: che non c’è legge o Costituzione che tenga quando sussiste il superiore interesse pubblico, espresso ovviamente dal governante di turno che se ne autoproclami esclusivo e insindacabile interprete. Una logica antitetica a quella dello Stato di diritto (la stessa Corte costituzionale ha più volte ribadito che il principio «salus rei publicae suprema lex esto» non può essere invocato per sospendere le garanzie costituzionali: si vedano, ad esempio, le sentenze nn. 151 del 2012 e 89 del 2014).

Ad oggi, i naufraghi sono richiedenti asilo, che hanno semplicemente esercitato il loro diritto all’espatrio. Saranno le autorità italiane, al termine di una procedura piuttosto lunga, a determinare se la loro richiesta sia legittima oppure no. Solo allorasi potranno invocare le procedure di estradizione. E’ la Costituzione bellezza! Nel momento in cui i naufraghi sono a bordo di una nave della Guardia Costiera, sono in Italia e ad essi vanno applicate le leggi dello Stato, prima fra tutte, la Carta Costituzionale.

Un Ministro sotto inchiesta

Tutto questo è accaduto con una pericolosa noncuranza dei limiti e del ruolo che il Ministro Salvini ricopre“larticolo 13 della Costituzione, la libertà personale può essere limitata soltanto nei casi previsti dalla legge e con atto motivato dell’autorità giudiziaria. La nave militare è territorio italiano a tutti gli effetti” chiosa l’ex ministro e costituzionalista Giovanni Maria Flick.

Intanto, la Procura di Agrigento ha specificato che gli atti dell’inchiesta (non più a carico di ignoti) per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio verranno trasmessi alla competente procura della Repubblica di Palermo per il successivo inoltro al cosiddetto tribunale per i ministri della stessa città.

Insomma, la situazione è grave e forse inizia ad essere persino seria.

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