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Pd aperto e plurale, grazie alle primarie

Ileana Piazzoni lunedì 4 Marzo 2019
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di Ileana Piazzoni

 

Le mie considerazioni sui risultati delle primarie Pd.

1) Nicola Zingaretti ha vinto con un risultato oltre ogni aspettativa. Ho sempre pensato che avrebbe vinto con buon margine, ma credevo attorno al 60 per cento. Quindi faccio a lui i miei complimenti e i migliori auguri di buon lavoro.

2) Quando, con Roberto Giachetti, Anna Ascani, Luciano Nobili, Ivan Scalfarotto e pochi altri ci siamo buttati nell’avventura della mozione #Sempreavanti, sapevamo che sarebbe stata dura. Lo è stato, come tutte le iniziative “controvento”, ma è stato anche molto bello e divertente, cosa che non era scontata. Mi è capitato tante volte di coordinare gruppi di persone sui territori, ma raramente ho incontrato persone così sicure rispetto alla propria scelta e così generose nello sforzo profuso senza chiedere nulla in cambio. Sono persone che raramente hanno avuto spazio nel partito, anche quando a capo del partito c’era Renzi, perché poi sul mio territorio a capo ci sono sempre gli stessi, chiunque sia il segretario nazionale. Nella mia federazione, la mozione Giachetti ha superato quella di Martina ma soprattutto lo ha fatto grazie al lavoro straordinario di tante persone. Il mio principale proposito è quello di non disperdere questo lavoro, continuando a far crescere questa rete, per provare a sperimentare modi diversi di fare politica, che possano dare più spazio alle donne, ai giovani, a chiunque abbia capacità e voglia di fare, ma anche indipendenza di pensiero e poca attitudine ad adeguarsi alla logica delle cordate di potere;

3) ieri ho visto in coda per votare Zingaretti moltissime persone di sinistra che in passato (anche prima di Renzi) hanno sempre “schifato” il Pd. Vuol dire che dopo tanti anni di tentativi falliti di costruire un partito alla sinistra del Pd, e dopo l’alleanza del M5S con la Lega che ha reso evidente la vera natura del Movimento (in cui molti di loro avevano confidato), ora sperano di trovare la loro casa nel Pd. Questo può essere un bene, mi preoccupa tuttavia il fatto che la maggior parte di loro non si aspetta di entrare in un partito ampio e plurale, ma che il Pd diventi il partito che loro hanno in mente;

4) la sfida di Zingaretti, dunque, sarà quella di farsi carico di queste aspettative, ma contemporaneamente riuscire a fare un partito ampio e plurale, in cui convivono “pacificamente” varie anime. Altrimenti la coperta che si è già dimostrata tante volte troppo corta, finirebbe con il restringere il Pd; finora non ci è riuscito nessuno;

5) le primarie si confermano uno strumento capace di “modellare” il Pd secondo il sentiment dell’elettorato;

6) il sentiment dell’elettorato viene chiaramente influenzato dall’orientamento dei media (di alcuni in particolare); non c’è alcun dubbio che questi abbiano tirato la volata a Zingaretti, ma questo anche perché non c’era un’alternativa credibile; mi spiace dirlo, perché a sostegno della mozione Martina si sono schierati moltissime persone con cui ho una vera amicizia e per cui nutro profonda stima, ma la candidatura di Maurizio Martina era inadeguata, sbagliata, non in grado di aggregare tutti coloro che non appoggiavano la proposta di Zingaretti e evidentemente non in grado di competere con quello che Zingaretti rappresenta;

7) per chi fa politica, non partecipare è sempre un errore; eppure se Roberto e Anna non si fossero candidati, con ogni probabilità non avrei partecipato a queste primarie; e come me tantissime altre persone. Per questo li ringrazio dal profondo del cuore.

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