LibertàEguale

Digita parola chiave

Primarie Pd: c’è il rischio che falliscano

Umberto Minopoli sabato 15 Dicembre 2018
Condividi

di Umberto Minopoli

 

Io sospenderei le Primarie.

Sarebbero solo la brutta figura che conclude un iter congressuale di basso profilo, di scarso interesse e privo di contenuti politici percettibili. Si fa un congresso, nei fatti, solo per eleggere un segretario. Non un leader. Nessuno dei candidati lo è.

E allora eleggete il segretario tra gli iscritti. Ma non esponetevi alla farsa delle Primarie. Falliranno. Non ci sarà partecipazione. E la beffa sarà che il fatto politico, poco prima delle elezioni europee, sarà il fallimento delle Primarie. Sarebbe il più clamoroso degli autogol.

Quanto ai renziani. L’elezione del segretario del Pd è una sorta di doppio turno.

Se vogliono convergere su Martina come il meno peggio hanno scelto la strada peggiore e più umiliante: trattare prima di contarsi. Cosa trattano? Parole, formule, aggettivi? Per come parla Martina (un pianto greco e una babele di astrattezze demagogiche che mimano una semiologia di sinistra antica) la trattativa da fare sarebbe chiedergli di non parlare. E dire soltanto: “Io sono alternativo a Zingaretti”.

E invece: di che trattano i renziani? Che patetico rito: si mimano le trattative per la formazione di un governo ma per eleggere soltanto un segretario di partito.

Ai riformisti, a questo punto, restava la via normale: un proprio candidato, contarsi e poi, sulla base di una rappresentatività sancita dal voto, trattare in Assemblea con Martina, il meno peggio, che andrà al ballottaggio.

Così si fa in un voto democratico.

Alla luce del sole. Non sottobanco, trattando prima del voto.

Senza Renzi e dopo la rinuncia (inspiegabile, di Minniti) io avrei chiesto, magari, a Orfini di raggruppare le forze, contarsi al voto e poi, nel ballottaggio, trattare con Martina. Avete voluto fare un congresso di correnti. Almeno fatelo con i criteri e la logica di un congresso per correnti.

Stanno andando tutti a sbattere. Avrebbero ancora la possibilità di fermare le macchine e rinviare il congresso. E sostituirlo con una più efficace opposizione e una campagna per prepararsi a liste europee aperte. Due cose più utili di un congresso inutile. E’ chiaro che non lo faranno. Mancano, per questo, forza, coraggio e autorevolezza.

Nell’inutilità generale del rito verso cui si avvia il Pd resta solo la triste conclusione di un voto identitario dei riformisti. Per questo la cosa più sensata è che i riformisti , intanto e almeno, si contino, votino per Giachetti ed Ascani. Poi si vedrà…

Tags:

1 Commenti

  1. mario rodriguez sabato 15 Dicembre 2018

    A me pare assurdo pensare di gestire le regole congressuali a seconda delle convenienze. Che nessuno dei candidati sia un leader è un’opinione e non puoi legarle a questa le regole che ti sei dato. E non è che coinvolgi glie lettori alla scelta solo quando pensi di avere un leader che potrebbe fare il premier. Stavolta non sono proprio d’accordo.

    Rispondi

Lascia un commento

L'indirizzo mail non verrà reso pubblico. I campi richiesti sono segnati con *