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Quando l’Europa si “comporta bene” (ma nessuno se ne accorge)

Luigi Marattin domenica 25 Agosto 2019
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di Luigi Marattin

 

Dal 1 novembre 2014 la vigilanza su gran parte del sistema bancario non è più in carico alle banche centrali nazionali, bensì alla Bce (tramite il Meccanismo di Sorveglianza Unico). Si tratta del primo pezzo (dei tanti ancora da completare) del processo di creazione di una vera unione bancaria e un vero mercato dei capitali integrato all’interno dell’Unione Europea, con l’obiettivo di fornire migliori, maggiori e più trasparenti opportunità di credito per le imprese europee.

 

La vigilanza unica (e le regole stringenti)

Vigilanza unica significa che deve essere la Bce a decidere “quanto prudenti” devono essere le banche nella gestione del loro business: perché abbiamo imparato – a carissimo prezzo – che se le banche sono gestite male (perché prestano soldi a ca…volo per troppo tempo), alla fine vanno in difficoltà o addirittura falliscono, e se queste cose succedono – specialmente in un sistema economico in cui il credito passa quasi esclusivamente dalle banche – poi nasce un problema serio per il l’economia reale: diminuiscono investimenti, reddito, occupazione, fiducia.

Nei mesi scorsi, la Bce aveva ipotizzato regole piuttosto stringenti per le banche: se un prestito di 100 euro che avevano erogato diventava “inesigibile” ( = cioè la cui effettiva restituzione è molto improbabile), la banca doveva immediatamente svalutare quel credito di 100 euro o entro 2 anni (se il credito non era assistito da garanzie) o entro 7 anni (se fossero state presenti garanzie).

Queste regole – molto stringenti – avrebbero provocato, soprattutto (ma non solo) nel sistema bancario italiano una contrazione delle possibilità di erogare credito all’economia reale: come ho spiegato in una delle micro-lezioni di “Per capire meglio, in 5 minuti”, se sono costretto immediatamente a svalutare il mio attivo patrimoniale, la banca si ritrova con uno o più elefanti sulla spalla…. e quindi diventa difficile correre (un po’ più nel dettaglio: mi “mangio” il capitale, e senza capitale non ho benzina nel motore).

 

La Bce introduce regole più flessibili

Il 22 agosto la Bce – dopo un lungo lavoro diplomatico per l’Italia guidato da Roberto Gualtieri, presidente della Commissione Economia del Parlamento Europeo – ha deciso di introdurre regole più flessibili, pur preservando il necessario rigore (utile, come abbiamo visto, ad evitare nuove crisi in futuro). In sintesi, il percorso che le banche dovranno seguire per rendere più “veritieri” i propri bilanci sarà più graduale e, soprattutto, dipenderà dalle situazioni specifiche: le banche più in difficoltà (sulla base di oggettivi parametri di bilanci) avranno più tempo per adeguarsi, così da evitare che la cura – sebbene necessaria – ammazzi il malato, invece di curarlo.

Che cosa possiamo imparare da questa vicenda?

1) tra regole rigide e cieche (che ammazzano il malato) e lassismo completo (che lo continua a far ammalare, tanto chissenefrega) c’è sempre la terza via: regole giuste, certe, ma applicate con la gradualità e le caratteristiche necessarie ad essere pienamente funzionali.

2) sarebbe bene, quelle volte in cui l’Europa funziona, darne lo stesso risalto di tutte le volte in cui invece non funziona. Giusto così, per dire, eh.

3) per seguire – e magari indirizzare – partite del genere, occorre serietà, competenza, conoscenza perfetta del problema, e un paese in grado di fare squadra. Non serve invece urlare e sbraitare slogan assurdi e inconcludenti.

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