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Renzi come Salvini? La coscienza (sporca) della sinistra (pura)

Davide Ricca domenica 18 Agosto 2019
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di Davide Ricca

 

L’Espresso paragona Renzi a Salvini. Venderà molto, forse.

Una copertina li affianca utilizzando ovviamente le espressioni peggiori dei due volti attraverso un’operazione quasi lombrosiana. Un’operazione pessima che accarezza il pelo a quella sinistra che ha campato (anche bene) politicamente, e non solo, prima con l’antiberlusconismo e poi, dovendo trovare e cercare un nuovo nemico, con l’antirenzismo. Una sinistra che ha chiamato alla resistenza democratica contro il referendum costituzionale che è stato paragonato ad un plebiscito che avrebbe portato all’autoritarismo e alla deriva istituzionale. Una sinistra che vince quando gli altri (quelli che secondo lei non sono puri e di sinistra come loro) perdono, che gode delle sconfitte altrui, che può crogiolarsi nella sua superiorità morale ed etica da opposizione dura e pura e un po’ radical perché il Governo è troppo difficile e compromettente per essere praticato. Se governi ti tocca sporcarti le mani, fare compromessi, scegliere, decidere, faticare.

La situazione ottimale? Salvini che governa e la sinistra vera che può fare opposizione, senza mai gridare al pericolo autoritarismo, alla deriva, all’uomo solo al comando che non rispetta le istituzioni (è molto più pericoloso Renzi per loro).

Attenzione, però. Perché per quella sinistra rende molto l’antirenzismo (come abbiamo visto molto di più dell’antisalvinismo). Perché quei giornali, quei prodotti culturali. alla fine li comprano quelli di sinistra vera, pura, radical. Ecco che, finalmente, appena il fiorentino rialza la testa – già non si era candidato segretario al congresso e le vendite erano un po’ scese – ecco che finalmente lo si può di nuovo esporre al pubblico ludibrio.

E per perpetuare la narrazione cosa di meglio che accostarlo, con un fotomontaggio pessimo, a Salvini (proprio quello contro cui per primo ha avanzato l’idea della mozione di sfiducia, ma questo mica vale). Affossare Renzi per affossare l’alternativa a Salvini, non governare e poter continuare a fare un po’ di opposizione spiegando cosa fare senza mai assumersi la responsabilità di fare. Utilizzando ancora per un po’ l’antirenzismo che fa tanto cultura di sinistra – quella vera – così da provare a continuare a farla diventare mainstream.

Laddove non sono arrivate le inchieste, si è provato con l’arsenale culturale, ma come non è servito con Berlusconi (ma non serviva servisse, perché l’importante era sentirsi puri e giusti, e vendere), non servirà ora. O meglio servirà a vendere, a (un termine che fa sempre figo) “produrre cultura di sinistra”. E che ci frega se poi governa Salvini: anzi ci frega perché se lo paragoniamo più spesso a Renzi, magari ci fa vendere pure lui.

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