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di Umberto Minopoli

 

“Mi hai deluso Beppe. Io per curarmi uso salassi e sanguisughe. E sto benissimo”. Ecco il tenore medio, sui blog grillini, delle critiche 5 Stelle al loro capo spirituale e garante.

E il piccolo Di Maio, che non voleva questa grana e non capisce di cosa si parli, si sfoga su Burioni, un medico, uno scienziato, un competente che ha la “colpa” di essersi impegnato in una battaglia civile appassionata sulla salute dei bambini.

Grillo ha avuto sui vaccini, sulla pseudo medicina (false cure anticancro, surrogati stregoneschi come l’omeopatia, le truffaldine medicine alternative al limite della cartomanzia) uno scatto di resipiscenza. Dovrebbe farsi autocritica, è vero. In passato su queste sciocchezze e pseudo idee ha fatto opinione, show e soldi con gli spettacoli. E ha diseducato, illuso e sviato centinaia di persone e costruito un’icona epocale del ciarlatanesimo populista: la tesi che l’opinione del medico e dell’esperto valga uno, sulle questioni di scienza. Quanto quella di ogni altro. La chiamano, i ciarlatani grillini, democrazia diretta.

Ora il re è nudo. Grillo si rimangia tutto. E mette in mutande i mostri che ha cresciuto ed educato. E che un travisamento di massa e obnubilamento collettivo, purtroppo, ha portato al governo.

Almeno Grillo si è ricreduto. Ora sarebbe il caso che i presuntuosi, arroganti e ignoranti dirigenti del suo Movimento avessero il coraggio di riconoscerlo e tirare le conseguenze: loro sono l’errore e non la cura.

Si conferma una tesi che i dirigenti del Pd non riescono a capire: il populismo è forte, prende consensi nelle urne ma quando si trasferisce al governo è fragile e crolla. Perché è costituzionalmente inadatto a funzionare. Sono bastati solo 6 mesi di governo perché l’intero castello ideologico, programmatico e di valori dei 5 Stelle franasse miseramente: sulle opere, sull’industria, sulla decrescita economica. Per non parlare delle ciance sulle povertà (abolita e subito ripristinata) sull’anticasta, la giustizia, sulla democrazia diretta (sic) i costi della politica ecc.

I 5 Stelle al governo hanno mostrato al mondo l’inapplicabilità delle ricette populiste. E la loro insulsaggine e dannosità per un’economia aperta, che vuole crescere e non stagnare.

Solo nel Pd c’è ancora qualche stralunato che considera di “sinistra” o domesticabili le sfrantumate e criminogene ideologie dei 5 Stelle. Ora la resa di Grillo sulla scienza sancisce il de profundis delle ciance populiste. E, speriamo, mette la pietra su qualche residua illusione, nel Pd, di giri di valzer con i “politici” grillini.

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