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Se il Pd perde la sua spinta propulsiva

Redazione giovedì 26 Settembre 2019
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di Pino Cardente

 

Il Pd ha esaurito la sua funzione propulsiva: in mano ai conservatori, i riformisti restano imbrigliati. Italia Viva parte bene verso la federazione dei rformisti

 

 

Il rischio della fine della funzione propulsiva del PD fu evidente già quando dovette dimettersi W. Veltroni da Segretario e quando fu eletto segretario PD P. Bersani : con il riemergere di vecchi capi corrente conservatori che lo sostennero.

La loro permanenza nel PD, anche dopo la elezione a segretario PD ed a premier di Matteo Renzi, ridestò forti preoccupazioni (poiché, con Renzi impegnato a tempo pieno nella difficile e positiva guida del Governo, il partito – al centro ed in periferia – veniva riconquistato dalla vecchia classe dirigente e dalle loro cordate), tant’è che ripartirono spinte dal basso per rilanciare il processo costituente veramente democratico che tentò di riportare nel solo PD la sua spinta innovativa (ad esempio, vedasi il mio contributo all’Incontro di ADESSO ITALIA, Firenze 21.9.14 – qui allegato – e gli sforzi Riformisti ed Illuminati che abbiamo condiviso e rilanciato anche da Orvieto ed in LibertàEguale).

Dopo 5 anni – con la più forte e spudorata (vedasi il tradimento col NO al Referendum Costituzionale 2016) “riconquista del PD” della stessa “ditta conservatrice” (riciclatasi a sostegno e guida di Zingaretti) quella razionale scelta di fiducia si è dimostrata insufficiente ed inutile, poiché il PD ha perso definitivamente la possibilità di autorigenerazione democratica dall’interno.

Il riformismo non può restare imbrigliato dai conservatori.

A chi pensa di restare nel PD perché spera che possa tornare l’ occasione di rivincere un Congresso con la originaria linea del PD a vocazione Maggioritaria nonché a guida e indirizzo Riformista, pongo una realistica domanda: come può riemergere se il PD, nella sostanza, resterà in mano a chi è conservatore, centralista, consociativo, proporzionalista e ben radicato nelle organizzazioni (intermedie: vedasi le federazioni provinciali); a chi è “maestro” in controllo “pilotato” di consenso e autoconservazione. Lo spazio per questo riformismo sarà quello che gli consentirà l’impolitica e l’incompetenza del M5S ed il massimalismo/estremismo di LeU (e di altri piccoli cespugli della Sinistra più estrema): sarà quello che, con tali populisti, giocheranno i capicorrente PD (fra vecchi tatticismi ed opportunismo nonché grave mancanza di visione lungimirante: a seconda di interessi e comodità del momento). Se qualche “contentino” verrà concesso (magari sul sociale: cavalcandone il populismo), già mai sarà possibile che cedano sui propri interessi personali e di gruppo (una Rielezione o Candidatura, uno spazio di potere reale nel PD, interessi a rilevanza economica): non dimenticando che quasi sempre i riformisti, se hanno buone idee non hanno tanti voti e, con la proporzionale e le preferenze, “restano a casa”.

Così controllato, il riformismo (suo malgrado) nel PD resterà “Imbrigliato” nel magma conservatore del PD! E’ auspicabile che i veri ed autentici riformisti, dopo l’ illusione a restarvi, maturino la consapevolezza che il PD resta irreversibilmente a vocazione conservatrice! Sconfiggerlo sarà possibile se, intanto, ITALIA VIVA avrà saputo costruire quell’area dei progressisti: aperta agli autentici e sinceri innovatori, riformisti storici o riemergenti .

ITALIA VIVA può essere la casa degli innovatori se:

– federativa dal basso, favorisce la partecipazione e la decisione con metodo democratico (attuando, con legge, il dispositivo Art.49 della Costituzione).

– il tesseramento online sarà diretto e sottratto a correnti e capi-bastone (eliminando le federazioni provicniali: loro reale centro di potere): che il PD ha subito sino al Fallimento, al quale è inarrestabilmente destinato.

– sarà una rete di soggetti diversi (per dimensioni territoriali, generalità o tematicità della propria mission) federati e autonomi: anche nelle competizioni locali con alleanze progressiste (fra partiti, associazioni, movimenti ed altre forze civiche della propria comunità o regione) in attesa di arrivare, costruendolo per il livello nazionale, ad un maturo sistema politico-elettorale maggioritario: indispensabile all’Italia che voglia e possa vivere.

– sarà progressista il perimetro politico-programmatico-organizzativo del nuovo movimento politico: abbandonando la vecchia idea ristretta di partito unico della quale non si è liberato il Pd, scomposizione e ricomposizione del sistema politico.

Ormai è chiarissimo che dobbiamo guardare, analizzare e vivere questa epoca storico-politica con la consapevolezza – anche per come si modificano consistentemente il consenso elettorale (con spostamenti di diversi milioni di voti, anche in un solo anno) nonché i valori fondativi e di convivenza civile-democratica – che stiamo vivendo una lunga e complessa fase di scomposizione e ricomposizione del sistema politico italiano (dagli elettori ai partiti, dalle alleanze elettorali alle maggioranze di governo).

Quindi, non bisogna aver paura della nuova “scissione” di Renzi – che parte da 40 Parlamentari Italiani e il 5-6 % di consensi dai sondaggi: nella 1^ settimana – , poiché trattasi del 1° tentativo di costruzione della necessaria nuova area progressista: con la quale ogni vero riformista non può che confrontarsi positivamente!

Può credere in Italia Viva, può restare nel PD, può essere un nostalgico di Vecchi Ideali, può restare Indipendente ma, non può sfuggire al confronto civile con chi, ad oggi solo ITALIA VIVA – è auspicabile che altri la seguano, altrimenti “ ne farà il pieno” – ha rimesso in campo il fronte progressista (salvando l’Italia dalla deriva autoritaria e dal tracollo economico-sociale).

Ovvio che, finché non si conquisterà il richiamato sistema maggioritario, con il sistema proporzionale si potrà avere sia una alleanza progressista prima delle elezioni che una maggioranza programmatica dopo le elezioni: se, quindi, il riformismo guiderà le diverse forze progressiste sarà più facile – in una fase transitoria – trovare un accordo governativo (se PD e ITALIA VIVA avranno mantenuto rapporti civili e di rispetto, pur nelle diversità).

Diversamente, partirà una forte competizione egemonica nella Società e, quando sarà, nelle urne ed il PD farebbe bene a preoccuparsi poiché, con le forti modifiche delle tendenze elettorali ed una sua vocazione conservatrice, ITALIA VIVA crescerà molto, proprio tra gi elettori e gli ex elettori Pd (in 3 anni e mezzo, il sorpasso non sarà impossibile: anche perché il PD, così chiuso perderà molto)!

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